giovedì 26 novembre 2009

L’uomo pubblico non può sottrarsi al giudizio collettivo

Piero Marrazzo ritornerà in Rai dopo essersi disintossicato dalla politica. Il governatore del Lazio, colpito da profondo stress psicofisico per le note vicende che lo hanno visto recentemente coinvolto, dalla prossima primavera riprenderà ad esercitare il vecchio mestiere di giornalista che faceva con dedizione e passione. Non si comprende come un professionista di talento possa essere caduto nella trappola della politica. Infatti, più ci si addentra in questo misterioso mondo, più ci si rende conto di quanta tristezza e desolazione si annida nella stanza dei bottoni. Quanto stress subiscono i nostri politici per finire nel “girone” della droga e della prostituzione? Il caso Marrazzo è solo l’emblema di una elite che pretende di governarci imponendo regole severe che essa stessa per prima trasgredisce. Ci va bene tutto, siamo una società per nulla perbenista, abituata agli scandali, una società sorniona e viziosa, anche ben rappresentata, è il caso di dire, da un gruppo di persone altrettanto poco incline ai principi di una morale che, ahimè, è tramontata. Così, non stupisce neanche il fatto che un Presidente di Regione, ricattato per i suoi “vizi”, riesca a trovare la solidarietà di un’intera classe politica, con davvero poche eccezioni, che non solo gli perdona certe “debolezze” ma ribadisce con forza la separazione tra vita privata e pubblica. Ma come può essere? Il vip e soprattutto il politico non può fingere di non sapere che il proprio operato è suscettibile di giudizio. La stampa che in tutto ciò gioca il suo ruolo da protagonista deve poter svolgere bene la sua missione che è quella di informare. I cittadini hanno pieno diritto a sapere quello che accade nei palazzi del potere e a conoscere le inclinazioni di chi si candida a svolgere un ruolo pubblico, per formarsi un’opinione per quanto possibile corrispondente al vero, per poter esprimere al momento delle elezioni un voto consapevole. Per chi non sa rinunciare ad alcune tentazioni, si rammenta che esiste la sfera del privato dove poter fare, nel rispetto delle leggi, ciò che più aggrada, ma questo solo dopo aver dismesso i panni dell’uomo pubblico.
Angela Francesca D'Atri

lunedì 26 ottobre 2009

In classe col burqa per l'ora di religione!!!


Siamo un paese contraddittorio, mentre si cerca di far passare una legge che vieta alle donne di indossare il velo islamico, qualcuno propone di inserire l’Islam come materia scolastica. Forse è solo una provocazione, forse no. Forse non è neanche il caso di rivangare la millenaria contrapposizione di potere, di cultura, con due diverse visioni dell’uomo e della società tra Cristianesimo ed Islam. Eppure, fra le civiltà confinanti con l’Islam, quella cristiana è stata l’unica universale, nel senso che a differenza di altre religioni dell’India o della Cina, mirava a convertire l’intera umanità. L’Islam, dal canto suo, incentrato fortemente sul diritto musulmano, prescriveva fin dai tempi antichi fra i principali doveri della comunità quello di condurre la gihad, la guerra santa, contro gli infedeli. Inevitabile che Cristianesimo e Islamismo entrassero in competizione per combattersi apertamente, dandosi reciprocamente dell’infedele. Dopo la morte di Maometto, l’Islam era la nuova religione mondiale che pretendeva di soppiantare il Cristianesimo ed altre religioni ed avanzava alla conquista del mondo. Per quasi mille anni, dal primo sbarco dei mori in Spagna all’assedio turco di Vienna, l’Europa rimase sotto la costante duplice minaccia dell’islam: invasione e conquista e poi riconversione ed assimilazione. Da qui prese avvio lo studio della lingua araba in Europa, in modo da poter leggere il Corano ed altri testi musulmani con l’ intento di salvare anime cristiane da una possibile conversione e con la speranza di convertire i musulmani al Cristianesimo. Seguì la controffensiva cristiana ed il periodo delle crociate. Dopo secoli di lotta, con la fine dell’impero Ottomano ed soprattutto intorno agli anni venti del secolo scorso, il trionfo del Cristianesimo sull’Islam sembrava definitivo. Con il passare dei decenni è cominciata una rapida modernizzazione dei paesi arabi e una certa occidentalizzazione dei costumi contro cui si sono levate le frange più estremiste. Fa riflettere che, nonostante un certo radicalismo musulmano rifiuti la civiltà europea, si registri una massiccia migrazione musulmana in Occidente. Tanti islamici che vivono in Italia continuano ad essere radicati alle proprie origini e non intendono assumere i costumi occidentali. Molte donne arabe anche da noi continuano a portare il velo. Se da una parte l’Islam chiede ai cattolici di non affiggere nelle scuole il crocifisso, dall’altra pretende che anche in Italia le donne arabe indossino il burqa. Il problema non è tanto di ordine politico. Il punto è un altro. Il Cristianesimo, o meglio l’Occidente, può veramente ritenersi al riparo da nuove ondate di gihad ? Quale volto si nasconde dietro un burqa? Forse solo un nuovo flebile tentativo di rivalsa dell’Islam sul Cristianesimo.
Angela Francesca D'Atri

lunedì 14 settembre 2009

Braille News - Conferenza stampa in Campidoglio 14 settembre 2009



La foto ricordo con il Sindaco di Roma Gianni Alemanno, l'assessore romano alla Mobilità Sergio Marchi, il consigliere comunale Casciani e con la presidente di Handy Systems,Caterina Ferrazza.

CAMPIDOGLIO - 14 settembre 2009



Ricevo dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, la medaglia del Natale di Roma, in qualità di direttore del primo settimanale in edicola per non vedenti. Grazie alla sensibilità del primo cittadino della capitale e all'interessamento del consigliere comunale Casciani ,"Braille News" aumenta la sua tiratura di mille copie . Braille News è in edicola ogni sabato dal 10 novembre 2007 in allegato gratuito al quotidiano il Tempo. E' nato a Roma come progetto pilota con un emendamento in bilancio comunale dell'attuale assessore romano alla Mobilità, Sergio Marchi. Il 6 dicembre 2008 dopo un finanziamento della Regione Lazio e all'attività di promozione del consigliere regionale Luigi Celori ha aumentato la tiratura raggiungendo la quota di 2100 copie su tutto il territorio regionale. Oggi si stampano 3100 giornali.

martedì 4 agosto 2009

VASCO Europe Indoor Tour


Il lungo viaggio di Vasco

“Un tour è un lungo viaggio…. comincia mesi prima, con la preparazione atletica e la concentrazione. È un periodo di grande intensità emotiva”. Parola di Vasco Rossi, pronto al nuovo viaggio che partirà il prossimo 6 ottobre a Pesaro. Un tour ancora in divenire perché, giorno dopo giorno, si vanno aggiungendo nuove tappe e nuove date. I biglietti infatti appena messi in vendita vengono acquistati. E non potrebbe essere altrimenti per Vasco, amato da giovani e meno giovani per l’immediatezza dei suoi testi, spaccati della vita di ognuno che accomunano non solo diverse generazioni ma i differenti ceti sociali con le più disparate appartenenze politiche, se l’unica indicazione di voto data dal cantautore di Zocca per spostare qualche equilibrio politico è “vota Antonio, vota Antonio”. Perché Vasco sa semplicemente emozionare con i suoi testi arrabbiati, con le sue poesie in musica, con le sue parole in cui magicamente tutti sanno riconoscersi. “È sempre un piacere – ipse dixit- constatare come, la mia gente, sia attenta e sensibile, capisca così bene le emozioni, le provocazioni che sono dentro le mie canzoni e si commuova come mi commuovo io. Si tratta di un pubblico molto esigente e molto intelligente”. Gente che non si accontenta, diremo noi, senza santi ed eroi che però crede a Vasco e alle sue provocazioni. Gente che va ai suoi concerti per gridare e dire in coro No, per far oscillare accendini e mormorare romanticamente canzoni come Albachiara o Ogni volta. Fan che sussurrano il nome delle sue tante donne: Toffee, Silvia, Jenny, Giulia, Silvia, Laura, Susanna, Selly, Gabry semplicemente la Strega, la Brava, la Senorita che risiede in ogni donna. O la donna responsabile del cuore infranto di ogni uomo dal Fegato spappolato che vive una Vita spericolata andando al Massimo, ma che alla fine confessa “mi piaci tu” e sicuramente non è Colpa del wisky.
Angela Francesca D’Atri

venerdì 24 luglio 2009

A... Abbronzatissima


Quale sarà la canzone che sotto i raggi del sole ci farà sognare in quest’agosto 2009? Quella che ascoltandola tra qualche anno ci riporterà al profumo di salsedine inconfondibile di quest’estate. La colonna sonora di questi giorni che sfiorano i 40°, il tormentone musicale da canticchiare abbronzatissimi a due passi dal mare o sotto la doccia alzando il volume della nostra radiolina o iPod che sia, quella che infine emergerà tra le tante hit che battano il ritmo di queste ore afose. Candidata d’eccezione per il suo sound vivace Lala Song di Bob Sinclar, in lizza con Fly high, l’inedito duetto di Shaggy e Gary Pine, canzone perfetta per l’estate, tutta da fischiettare. Si potrebbe scommettere su Gli Empire Of The Sun che con il nuovo singolo We are the people spopolano nelle classifiche; originalissime le loro maschere mentre si muovono tra paesaggi scenici alla ricerca di cattedrali nel deserto. Shakira intanto con il suo She wolf, il primo singolo che anticipa l’uscita dell’album prevista dopo l’estate, per l’esattezza la prima settimana di ottobre, ha già conquistato la sua fetta di successo. Il giovane talento californiano Brett Dennen promette invece di farci impazzire, e forse c’è già riuscito, con la sua Make You Crazy. E’ partito suonando la chitarra in spiaggia, proprio come si faceva negli anni Settanta, e chissà dove arriverà. Tutta da ballare Boom Boom Pow dei Black Eyed Peas; impossibile non muovere i piedi ed il bacino con I Gotta Feeling sempre dei Black Eyed Peas. Tra le canzoni italiane da canticchiare - e come farne a meno? - Il Pagliaccio di Cesare Cremonini, quarto singolo estratto dall’album Il primo bacio sulla luna, uscito il 26 settembre 2008 e diventato disco d’oro dopo solo due settimane dalla sua pubblicazione. Va molto bene Sulla mia strada di Luciano Ligabue, canzone tratta dall’album Miss Mondo, pubblicato nel 1999, contenuto nell’atteso cd-dvd live Sette notti in arena. Gettonatissima Punto di Jovanotti, ultimo estratto dal fortunato album Safari. Sound pacato ma ricercato per Lontano dal tuo sole di Neffa, perso in un mondo che gira a vuoto. Ma il vero tormentone dell’estate 2009 è un successo tutto italiano. Gli Zero Assoluto con la loro Per dimenticare sono pronti a cambiare vita, casa, a fare finanche i conti a fine mese, ma sicuramente non sono ancora preparati a lasciare il loro spazio nelle radio. Ormai da mesi in cima alle top dei singoli più suonati, il successo degli Zero Assoluto si canta bene sotto il sole o l’ombrellone, al mare laddove in qualche modo tendiamo a dimenticare ansia e stress e magari qualche telegramma da spedire a qualche ex che, per nostra fortuna (si dice così no?), ha finito per sposare un altro/a.
Angela Francesca D’Atri

martedì 14 luglio 2009

L'ESSENZA di Emiliano Branda




Armonia di suoni per solo piano, l’Essenza é pura emozione che fa vibrare le corde del cuore. Lavoro di esordio dell’artista marinese Emiliano Branda, già autore di numerose musiche per noti programmi Rai, da “Mi manda Rai tre” a “Ballarò”, da “Tg3 Primo piano” a “Tg2 Salute”, a “Chi l’Ha visto”, l’Essenza si articola in diciassette brani, da lui composti ed eseguiti. Sound ricercatamente semplice, piacevole d’ascoltare anche per i profani della musica classica. Note dense di pathos s’intrecciano ad altre leggiadre, come fili d’erba al vento in un quadro d’autore. E’ come se i pensieri ballerini nati nella mente del musicista si posassero soavemente sui tasti di un ipotetico piano, sospeso in un tempo che è un non tempo, e che potrebbe essere in nessuno spazio e nello spazio. Ritmo calmo e denso come accade ne “L’ombra della sera”. Suoni che vanno, altri che vengono in “Altalena”, quasi alla ricerca mistica di un tempo perduto. Pace e serenità campeggia in “L’alba”. E ancora dolcezza, scampanellio di note che leggiadramente si posano in “Occhi socchiusi”. E poi c’è mistero come in “Cosa sarà”, quando la certezza di cosa non accadrà si mescola alla sicurezza di ciò che per forza deve succedere, con tutti i nostri dubbi ma nell’attesa di un domani. Un lavoro tessuto come trame di un ordito di seta da un musicista che ha ancora molto da dare e che merita di conquistare l’animo degli amanti del genere classico.

Intervista al musicista di Marino Emiliano Branda

D. Mi dai una tua definizione di Musica?
R. La musica è la rappresentazione dell’in sé del mondo, come dice Schopenhauer, ovvero oggettivazione e immagine dell’intima essenza dell’uomo.
D. Che cos’è per te l’essenza?
R. L’essenza è il principio di ciò che realmente è, il nucleo fondamentale dell’essere.
D. Il titolo Flourish, perché?
R. Flourish? Mai chiedere il perché del titolo di un brano ad un musicista… qualcuno potrebbe ingelosirsi!!
D. E radio Cuba?
R. Quel giorno faceva molto freddo e avrei tanto voluto trovarmi su una spiaggia bianchissima e deserta sotto una palma zeppa di noci di cocco… ho messo le mani sul pianoforte ed è nata Radio Cuba, così, semplicemente….
D. L’altalena è la vita o quella dove dondolavamo da piccoli?
R. Oggi vorremmo morire, domani vorremmo “farci il mondo” alla Tony Manero… l’altalena è la vita, il quotidiano succedere degli stati d’animo.
D. Infine cosà sarà?
R. Cosa sarà? Dimmelo tu!!!

Angela Francesca D'Atri

giovedì 2 luglio 2009

Musica: nasce Braille Music - Mensile per i non vedenti, ideato dopo successo di Braille news


(ANSA) - ROMA, 25 GIU - Debutta Braille music, la rivista di musica che allarga gli orizzonti dell'editoria per non vedenti, diretto da Angela Francesca D'Atri.Dal blues al pop, fino all'alternative rock: quarantotto pagine di approfondimenti su concerti e spettacoli che ruotano intorno all'universo delle note. L'idea nasce dopo il successo di Braille news, primo settimanale d'informazione per non vedenti. Braille music e' un mensile che punta soprattutto alla vera integrazione del disabile visivo nella societa'.

lunedì 22 giugno 2009

Ecco Braille music!



Progetto grafico a cura di Adele Patrizia D'Atri











Blues, classica, pop, l’angolo delle alternative rock. Dal prossimo 1 luglio l’editoria per non vedenti allarga gli orizzonti con Braille music, il nuovo periodico interamente dedicato alla musica. Quarantotto pagine, con copertina a colori, una rivista di carattere musicale e discografico, con approfondimenti su concerti, spettacoli e tutto ciò che ruota intorno alla musica.
Braille music nasce da un’idea di Caterina Ferrazza ed è edito dalla Handy Systems, la stessa cooperativa sociale che stampa il Braille news, il primo settimanale d’informazione per non vedenti in edicola. A dirigerlo ci sono io, già direttore di Braille news. In redazione con me, il Vice direttore Fabio Coletta e Cristina Fernandes.

La conferenza stampa di presentazione si terrà

VENERDì 26 Giugno 2009 ore 11,00
VIA CESARE FRACASSINI, 27 Roma

Interverranno il consigliere regionale del Lazio Luigi Celori, già promotore dell’estensione del progetto Braille news a livello regionale; Gilberto Casciani, consigliere comunale di Roma; Caterina Ferrazza, presidente di Handy Systems; Angela Francesca D’Atri, direttore Braille music e Braille news; Anna Fiorino, giornalista de Il Tempo.

Saranno presenti tra gli altri Toto Torquati, suonatore ed arrangiatore di brani come Questo piccolo grande amore, Amore bello, Solo, Pazza idea, Incontro, Più, Sabato italiano, Bimba se sapessi, Roma Roma, Bufalo Bill, Aida, I fischi del vapore e tanti altri; il cantautore Francesco Forni, compositore di colonne sonore tra cui quella dello spettacolo teatrale “Gomorra”; il musicologo Emiliano Branda, compositore per Rai Trade; il cantante dei “Detuned”, Nicholas Ciuferri.

Vi aspetto tutti.
Francesca

mercoledì 17 giugno 2009

THE SOUND OF UNIVERSE - DEPECHE MODE


“Sono nato sotto il segno sbagliato, in una casa sbagliata, sotto l’ascendente sbagliato…”. “Wrong”, humor nero alla Depeche Mode. E non poteva essere altrimenti per il gruppo di Basildon che, imboccando “la strada sbagliata, usando un metodo ed una tecnica sbagliata”, è riuscito a trovare ancora una volta il suono giusto. “The sounds of the Universe”, l’ultimo lavoro dei Depeche Mode non delude i vecchi fan che li seguono ormai da 30 anni, quelli che negli anni ‘80 hanno amato il loro elettropop, la melodiosa inconfondibile voce di Martin Gore e quella più decisa e morbida di Dave Gahan. Alcuni fan si sono persi per strada, è vero, ma molti altri hanno apprezzato le cadenze dark degli anni ’90 di “Faith and devotion” o di “Ultra” con canzoni come “Sister of night”. I Depeche Mode hanno conquistato infine nuovi sostenitori con l’inconfondibile stile del ritmato “Playng the angel” del 2006, con canzoni di un certo spessore come “Suffer well”, accrescendo anche in Italia la loro fetta di pubblico. Se si pensa che durante il tour del 1993 nella capitale, al Palaeur, erano presenti pochi e selezionatissimi fan, 13 anni dopo nel 2006 all’Olimpico lo stadio era pieno e oggi sono una celebrità. Biglietti esauriti per le due date italiane del tour, Roma e Milano. La grande attesa per un concerto che ha rischiato di essere annullato dopo l’operazione di Dave Gahan per un tumore alla vescica. Il cantante é si era sentito male lo scorso maggio appena prima di un concerto ad Atene. In tutto, hanno dovuto annullare dodici date. Ultima delle tristi vicende che hanno contraddistinto la storia personale del cantante britannico che, nel 1996, tentò finanche il suicido dopo essersi separato dalla moglie. Oggi, emozionano testi come “Peace”, ultimo estratto di “Sounds of the universe” uscito in Europa lo scorso 15 giugno, dove il tema della pace e della non violenza si confonde alla ricerca di una pace interiore. Ancora una volta è l’idea del movimento, il tema del viaggio che non ha mai abbandonato il gruppo britannico, a caratterizzare i video delle loro canzoni: un mezzo militare in “Peace”, la macchina nera in “Wrong”. Certo, un passo molto avanti rispetto a quegli anni in cui canzoni come “A question of time”, “Strangelove” o “Master and servent” facevano pensare a tempi e a viaggi più tranquilli, con galletti in fuga e affascinanti cowboy come in “Never let me down again”. Video rassicuranti e scanzonati, mandati in onda da Deejay television, con foto di panorami tecnologici e con cartelloni luminosi nel deserto o antenne elettriche che si stagliavano artisticamente contro l’azzurro del cielo. Paesaggi che hanno fatto sognare una generazione di 15enni. Oggi canzoni come “Wrong”, “Fragil tension”, “In chains” fanno emergere la sofferenza del destino umano scritto nei geni che ognuno di noi si porta dentro. Sono testi maturi, di una calma tormentata ma dal sound irresistibile, in cui non è difficile trovare il filo conduttore in canzoni mai passate di moda, come la vecchia “Stripped”, che setacciano a fondo il nostro essere, sotto la pelle, fino alle ossa per arrivare all’essenza.
Angela Francesca D’Atri

venerdì 29 maggio 2009

Il Papa dei miracoli, Santo quando?

Wojtyla Santo subito. Parole pronunciate dai fedeli appena dopo la morte del Papa che regnò 27 anni, durante il suo funerale in una gremita piazza San Pietro. Giovanni Paolo II amato da vivo, pregato come un Santo da morto.
Cos’era quell’aureola magica, visibile solo ai credenti, che gli cingeva il capo, se non l’ombra di una futura beatificazione? Chi ha potuto avvicinarlo tanto da poter sfiorare il suo solo sguardo anche per un istante, sa che la beatitudine gli era congeniale sin da vivo. Ancora porto con me, come uno dei miei più preziosi ricordi, l’attimo in cui ne ricevetti la benedizione. Era una domenica di maggio di tanti anni fa, dopo la messa, nei pressi di una chiesetta di periferia, a Roma. Credo che chi ha avuto questo immenso pregio, porti con sé la consapevolezza di un futuro che non può essere orientato alla sola vita terrena e al suo conseguente struggimento.
Fossero solo le nostre percezioni terrene a volerlo Santo! Ma ci sono i miracoli, le testimonianze di tante persone che hanno ricevuto doni di guarigione da malattie incurabili. In particolare, sono molte le grazie ottenute dalle donne speranzose di avere un figlio.
Ma allora perché, dopo quattro anni dalla morte, ancora non si riesce a vedere uno sbocco verso la via della beatificazione? Colpa della burocrazia. Un ostacolo insormontabile sembrano essere tutti gli scritti lasciati dallo stesso Papa, che da sua volontà testamentaria dovevano essere bruciati e che, invece, sono rimasti integri e necessitano di essere esaminati.
Dunque, il percorso verso la beatificazione sembra essere ancora lungo. Nel frattempo, gli uffici della Postulazione lavorano a pieno regime, raccogliendo lettere su lettere spedite dai fedeli del Papa. Monsignor Oder spende tante energie nelle raccolta delle prove che servono per poter poi procedere alla beatificazione, avvalendosi anche di un sito web per la canonizzazione di Giovanni Paolo II e di un giornale. Sul sito è possibile inviare la propria personale testimonianza. La Postulazione riceve quotidianamente infinite email, molte narrano di prodigiose guarigioni, gente che racconta la propria personale storia con amore e fede, missive che in parte sono state raccolte in un libro “Miracoli” che ha già avuto un seguito in “Nuovi miracoli”.
Tutto risulta utile alla nobile causa di vedere l’umile servo di Dio annoverato tra i Santi e pregato come tale.
Angela Francesca D’Atri

giovedì 30 aprile 2009

Fine aprile

Ad ogni battito
nel battito

in ogni tocco

nel buio
il buio.

Sulla porta
di spalle
immobile

occhi negli occhi
pensiero nel pensiero.
Afd

giovedì 23 aprile 2009

Voto nel solstizio d’estate: referendum colpito al quorum

Dopo tante diatribe sulla fatidica data del referendum di giugno, il giorno è spuntato fuori dal cilindro e ha tanto il sapore d’estate, di vacanze, di mare. Si voterà infatti il 21 giugno, data che in qualche modo mette d’accordo i partiti e che lascia attoniti e sgomenti gli italiani. Perché non si poteva votare il 7 giugno, insieme alle europee, in un “election day” che avrebbe fatto risparmiare soldi allo stato e dunque ai cittadini? L’impossibilità secondo la Lega che “gufa” contro il raggiungimento del quorum, risiede in motivi costituzionali. Motivazione che non convince ma che non discute il premier Berlusconi pronto a scongiurare una ben più grave crisi di Governo, con ripercussioni ancor più nefaste sull’economia nazionale. Scontro anche sulla data del 14 giugno, l’ultima disponibile stando ai dettami della nostra carta costituzionale che fissa i limiti di una eventuale tornata referendaria entro il 15 giugno. E allora che fare? Scartata l’ipotesi di un decreto legge per posticiparne i termini al 21 giugno, data in cui si voterà anche per gli eventuali ballottaggi delle amministrative, perché il capo dello Stato rigetta i criteri della necessità e dell’urgenza propri di un decreto, ora si attende la cosiddetta “leggina”. Tanto rumore per nulla. La Lega tira intanto un sospiro di sollievo visto che, con la vittoria dei sì, ci sarebbe il rischio di un sistema bipartitico a scapito proprio del partito di Bossi, che da poco ha compiuto 25 anni confermandosi essere il partito più vecchio del nostro Parlamento. Esperienza insegna,infatti,che il raggiungimento del quorum è quasi una chimera, considerato che l’ultimo referendum vinto dagli italiani risale al 1995 (quello sulle trattenute dei contributi sindacali, la privatizzazione della Rai-Tv ed il soggiorno cautelare). La partita referendaria dunque, ancora una volta, si gioca proprio sul quorum. Di fatto, una proposta soggetta a referendum, come prevede l’art. 75 della Costituzione, è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e cioè tutti quelli che possono votare per l’elezione della Camera dei Deputati, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validi. Ora la domanda sorge spontanea. Se il referendum è un istituto di democrazia diretta con cui si dà al popolo la possibilità di decisione, perché mai i partiti si danno briga di annullarne ogni potere? Che senso ha minare il raggiungimento del quorum, con inviti spesso tutt’altro che subliminari, come quelli di andare al mare, di non recarsi alle urne o di starsene tranquilli e a casa, confondendo le idee? E ancora, se gli italiani sono così biechi da non vedere l’importanza di poter esercitare direttamente un potere di democrazia, ed intanto criticano chi esercita per esso indirettamente il potere, e si lasciano influenzare dal fatto che alcuni referendum vinti, tipo quello sul nucleare (1987) e quello sul finanziamento pubblico ai partiti (vinto nel 1993, ma che era stato già presentato nel 1978), sono stati poi vanificati dalla politica, ma allora perché spendere ancora soldi e sprecare energie per la raccolta delle 500 mila firme necessarie per indire un referendum? Forse i tempi sono maturi per votare un ultimo referendum: quello appunto per l’abolizione del referendum. Strano che qualche scienziato della politica non ci abbia pensato.
Angela Francesca D’Atri

martedì 21 aprile 2009

Belle a 50 anni senza bisturi

L’età media si allunga e si prolungano anche i tempi della giovinezza. La scienza e la medicina fanno progressi, la chirurgia estetica muove passi da gigante e sempre più donne si ritrovano ad avere 50 anni e non sentirli. Ginnastica, un’alimentazione curata e soprattutto una buona filosofia di vita aiutano a mantenersi belle anche quando non si hanno più i fantastici vent’anni. Ogni tanto, un ritocchino qua ed uno là per far sparire magicamente qualche inestetismo di troppo e ritrovare il sorriso. Ma il gioco ne vale effettivamente la candela? Insomma, almeno fino a 40 anni fa, la maggior parte delle donne a 50 anni era nonna, e una nonna nell’immaginario collettivo era l’angelo domestico, la seconda mamma, figurarsela a passare ore in palestra o a prenotare una visita dal chirurgo estetico o una seduta dall’estetista. Bisturi, sieri e pozioni magiche nel cassetto, le nonne di oggi sono forse meno sagge di quelle di ieri? Probabilmente no, sono solo donne più belle. Pelle idratata, tirata, truccata. Ben vestite, senza peli superflui o quei segni che l’età regala anche alle pelli più sane. Nonne sempre più spensierate. Con meno acciacchi, tutte vitamine ed erbe, che hanno messo in soffitta gomitoli e ferretti, senza più calzini da cucire, nonne in minigonna perché la longuette invecchia. Pronte a rimettersi in gioco quando finisce una storia, un matrimonio, una convivenza. Donne ossessionate dalla paura di perdere la propria beltà e pronte a tutto. Così anche in tempi difficili, il settore della chirurgia estetica non conosce crisi. Bisturi a parte, però, la ricetta per conservare la propria bellezza c’è, non costa nulla, ed è immutata nei secoli. E’ sufficiente conquistare sin da giovani la serenità dell’animo, mantenere negli anni la freschezza delle impressioni e l’onestà. Bastano queste tre cose, secondo lo scrittore russo Dostoevskij, “per non perdere la propria bellezza neppure quando giunge la vecchiaia”.
Angela Francesca D'Atri

giovedì 16 aprile 2009

In viaggio tra i monti

Dalla collina
il tuo paese,
luci fioche e magiche di stelle opache,
canti di rospo,
tintinnio di campane.

Nella notte piena
di luna nuova
sguardi incrociati.

E tu
ed io.
Il mio
il tuo
profumo.

Love!

giovedì 9 aprile 2009

Magico. Tu.

Tra sole e luna
i tuoi occhi verdi
al tramonto
sul mare
e i gabbiani sul mare
al tramonto
la sabbia
e noi sulla sabbia.

Afd

giovedì 2 aprile 2009

Occhi rossi, prefazione al libro di Adele Patrizia D'Atri


"La vita è un libro di oscure pagine da cui trapelano i mostri che ognuno ha nell'anima"[Tratto dal racconto I Mostri di A.Patrizia D'Atri] . E' forse da qui che prende avvio la penna della novella scrittrice calabrese che nello scrivere diretto e innovativo nel genere horror-noir, porta a galla le paure, le angosce, le fobie e le allucinazioni della nostra epoca. Qui l'assassino, proprio come lo descrivono le cronache quotidiane, è mosso ad uccidere per motivi che ai nostri occhi appaiono insignificanti, ma che invece hanno origine nel profondo di ognuno. Chiaro e lucido il ritratto del killer, che è sempre l'uomo o la donna della porta accanto, che uccide con naturalezza e dopo tanta brutalità ritorna ai suoi pensieri abituali. Indagando più a fondo emerge il profilo sociale dell' omicida che è sempre un personaggio solo, normale, dannatamente normale, un po' frustrato, magari con un'infanzia difficile. Una vita quella narrata in questa raccolta di racconti, dove novelle "Biancaneve" non cercano di essere svegliate dal lungo sonno da improvvisati principi azzurri. Dove ogni fobia, ogni forma di pazzia ha radici nel vero, nell'accaduto. Dove il vuoto, la ricerca dell'anima, che poi essa stessa può trovare noi, i fantasmi si trasformano in un reale incubo in cui, ad un certo punto, ci si domanda se la stessa esistenza è reale. Noi tutti dovremmo "verificare di essere svegli". Perché i mostri esistono, "sono reali come la vita stessa. In ogni racconto ci sono lacrime di pioggia, silenzio, il ritorno all'infanzia, laddove si forma la mente di ognuno e dove potrebbe nascere la potenzialità di un assassino. C'è poi la vendetta che ha radici profonde. Una sera che può diventare indimenticabile per una stramba nonnina che ama sferruzzare e con i ferri uccide il nipote, cattolico convinto che stava premeditando il suo stesso assassinio. Originali i personaggi protagonisti di quest'horror ironico e a tratti grottesco. C'è l'allucinato che esce in ciabatte e mutande a comprare uno spray per uccidere uno scarafaggio gigante. Il medico "I – netto" che scopre che non è tagliato per fare lo psichiatra. L'assassina che nel momento di recidere la lingua della vittima scopre che ha i denti cariati. L'anima che compare al suo corpo nella tazza del water mentre la sua proprietaria sta tirando lo sciacquone. L'uomo "tartaruga" che rischia di rimanere ucciso dal suo stesso peso. Ma c'è molto di più. Questi racconti sono favole moderne dove dei e demoni, inferno e paradiso s'incrociano, si sfiorano, per poi lasciare alle vittime il libero arbitrio di muoversi in un mondo chiuso, minuscolo, come la mente di un assassino. Infine, i racconti di Adele Patrizia sono poesie. Ci sono "scie azzurre sul mare viola". C'è "cenere caduta e luce arancione ad abbagliare pupille spente".
"Esistenza è tormento. Fobia. Morte. Vita e morte. E se è vero questo, è vero il contrario" [Tratto dal racconto Senza Testa di A.Patrizia D'Atri].

Angela Francesca D'Atri

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mercoledì 11 marzo 2009

L'incorruttibile giudice


E nei giorni
quanto perigrare,
mare periglioso
e nebbie fitte,
fango…
e quante speme
di oziosa vita,
all’ombra
dondolando dondolando.
E tocco e ritocco
del Grande Pittore:
perfetto quello sguardo,
una piccola ruga,
il tuo ritratto.
Martellano.
Hai udito il martello?
Il giorno fu battuto sul giorno,
l’anno.
Fermali maestro!
Ma un sussurro giunge grave:
Battete.

Angela Francesca D'Atri
(26-6-1996)

DANCE DANCE DANCE



Danza. E' l'unico modo...
danza senza pensare, e meglio che puoi.
E' l'unica cosa che devi fare.
Danzare finchè ci sarà musica.
Murakami

martedì 3 marzo 2009

Diario di un ufficio malsano

Ogni riferimento a persone e luoghi è puramente casuale


Dedicato a tutti i disoccupati, agli inoccupati, a chi cerca disperatamente lavoro in Italia



“Caro Presidente, mi perdonerà se uso con lei un tono così informale, ma lei è un po’ il Presidente di tutti, anche di noi disoccupati…”
Bella lettera da finire nei cestini di qualche segreteria politica dopo aver suscitato l’ilarità dei segretari. Almeno mi diverto a scrivere lettere autentiche che finiscono cestinate come quelle formali.

“Caro signor …, immagino che lei non abbia intenzione di assumere a breve, ma se dovesse venirle voglia di avere nella sua equipe…., pensi pure a me…”
Bella anche questa.

“Caro dott. B. dell’ufficio malsano x, le invio il mio Cv. Come anticipatoLe per telefono so cantare, ballare, fare le piroette e anche scrivere. Rimango in attesa di una sua telefonata. Saluti sua moglie.”

Sì, questa lettera può andare. La spedisco tramite e.mail?

La telegrafai. Il fax era rotto e l’e.mail inesistente. E per tutta risposta ricevetti una posta prioritaria inopportuna ed equivoca.

“Gent.le sig.ra P.,
avendo ricevuto il suo telegramma, la ringraziamo della sua premura per la scomparsa del caro estinto”.

Prendo il telefono, compongo il numero, sbaglio numero e poi parlo con due, tre, dieci persone ed infine ecco in linea il sig. B.

“B.. è lei?” singhiozzo
“Sì, sono io, mi dica con chi parlo?”

Troppo emozionata, riaggancio. Mi tappo il naso. Richiamo o non richiamo? Richiamo tra un mese. Forse. Ma dai che è meglio contattare quella nota ditta di pasta & c. Mi dico.
“Prova al Corriere, ci scrive pure Alberini” mi intima Francuzzo, un vecchio conoscente.
“Alberoni” correggo
“E va bene, sempre albero è”

Un mese dopo.

“B. è lei???”
“Sì con chi parlo”
“So piroettare, cantare e pure volare”
“Ma questo mica è un circo!”

Riaggancio.
“Francuzzo dimmelo tu come si fa a trovare un lavoro oggi”.
“Siddartha diceva al suo futuro datore di lavoro che sapeva pensare, aspettare e digiunare”.
“E lo ha trovato il posto?”
“Non me lo ricordo”

“Caro presidente del Consiglio, lei che ha conoscenza di questo mondo mica mi può trovare un posticino di quarto, quinto e va bè decimo livello?”.

“E tu vorresti trovare lavoro scrivendo a …? Ma lo sai che quello i Cv mica li legge lui” mi avverte Francuzzo,
“Capace che li legge il postino”.

“Pure?”
“Pure!!”


Due mesi dopo.

“Egreg sig B.”
“Si pronto??”
“Sig. B. mica avete bisogno di un addetto stampa??”
“Giusto di quello avevamo bisogno”.


2 febbraio
comincio lavoro presso ufficio X malsanissimo , che per semplificazione chiamerò malsano. E subito cominciano le presentazioni.

“P, questo é Cannellone”
“Cannellone questa è P.”

Cannellone è l’ultimo ritrovato della scienza impiegatizia, per nulla presente spesso assente, poco profumato e dedito alle oscenità più atroci. L’ho visto mangiare in una busta del Gs 10 cornetti e cibo non meglio identificato. L’ho visto tirare su con il naso, strofinarsi le mani sul naso raffreddato e poi toccare i tasti della tastiera del computer ed emettere grugniti. E’ tutto vero!

“P. questa è la sora Ceciona”
“Sora Ceciona questa è P.”

La Sora Ceciona è la segretaria più “borgatara” che si abbia mai visto. Parcheggia sulle strisce, parcheggia sotto il tetto, parcheggia nel portone, un altro po’ pure in ascensore. E poi telefona, telefona… telefona a: GiGi, a scemo alla mamma e poi a Chicco, a scemo e alla Mamma e così fino a sera.


“P. questo è Er Vecio”
“Er vecio questa è P.”


“Mi scuso” interrompo il sig. B.
“Il mio onorario??”
“… euro, in nero, accetti??”
“Che bello!!!”

“Dicevamo, e non mi interrompa, questo è il Vecio con il bastone”

Er vecio con il bastone è un uomo di tutto rispetto con due figli sistemati ma ancora da sistemare.
Uno sposato l’altro da sposare. Uno con il lavoro l’altro deve lavorare.

“P. questa è la più “In” ma non ti fidare, davanti è così dietro è pomì”
“La più In, questa è P.”



Non voglio dilungarmi in descrizioni prima del momento opportuno.
Diciamo che non parto dal raccontare dal primo giorno che entrai in quell’ufficio che pure avrebbe spunti interessanti per qualche sociologo, ma partirò da oggi 12 ottobre, giorno della scoperta dell’America da parte del genovese(alcuni dicono di origini spagnole) Cristoforo Colombo. Parto da oggi sia per omaggio alla mia vecchia maestra che ci teneva particolarmente a questa data, sia perché proprio oggi ho deciso di farlo. Senza una ragione, per gli stessi motivi che spingono qualsiasi scrittore a cominciare un romanzo in un preciso istante della propria vita. E la mia vita oggi ha assunto un sapore nuovo. Oggi che i giornali parlano di finanziaria e di nuovi tagli ai comuni, oggi che dovrei vedere una casa, perché cerco casa, oggi che il sig. B. è impegnato in telefonate per inviti ad una cena di gala. Oggi che mi sto prendendo un raffreddore e che Au deve chiamare l’idraulico perché il rubinetto goccia, la doccia non dà acqua calda, la caldaia non miscela e la mia stanza è un tugurio. Oggi che questo romanzo ho deciso di non scriverlo più.
Angela Francesca D’Atri

venerdì 20 febbraio 2009

La giustizia…una favola infinita




Ci sono delle cose che mi fanno arrabbiare, sorridere ed essere cinica al tempo stesso. Parlo della giustizia. L’altro giorno mi è stato riferito dell’arresto di un signore per detenzione di droga. I carabinieri hanno fatto irruzione in casa di quel tale, un pregiudicato, trovando quello che cercavano. Naturalmente l’uomo è finito in carcere. C'è rimasto però solo tre giorni. Mi chiedo a cosa è servito? Solo a far passare due notti insonni al figlio, a toglierli un po’ di felicità e a fargli condividere il dolore con la fidanzata? Cinica, lei lo ha rassicurato, “vedrai per come vanno le cose, tuo padre tornerà presto a casa”. Il terzo giorno lui le ha detto, ti devo dare una buona notizia: “Mio padre è tornato”. E lei sorridente:"hai visto che avevo ragione?" Lui di nuovo sereno. Lei arrabbiata. Ecco, ha pensato, come vanno le cose in Italia!!!. E’ solo l’ennesimo episodio di una favola infinita… e allora essere onesti è solo una questione di coscienza, ma quella sparisce quando un uomo ha figli e moglie, una condizione economica da schifo e tanto sa che la giustizia non farà mai il suo corso.
Angela Francesca D’Atri

martedì 17 febbraio 2009

La freccia di Cupido: mi ami oggi… e adesso mi ami?


L’amore immutato nei secoli, ai tempi di internet come ai tempi del colera. Vacuo, polvere di passione, si scioglie in mille attimi, una telefonata infinita di parole strambe e vane solo per chi non é innamorato. Cadere nella sua trappola in un minuto, in un modo sbagliato, rimanere folgorati dalla freccia di un Cupido moderno che lancia il suo dardo. Poi può capitare che la vita li separi, lui il piccolo principe rimanga sulla sua piccola stella a coltivare il suo piccolo fiore. Lei nel deserto contro tempeste di sabbia alla ricerca del suo sentiero. Ancora una volta a tessere la trama di questo sogno nato dal nulla, in una notte probabilmente magica, il desiderio antico che si adatta ai canali attuali, sorretto unicamente dalla fantasia, vive e si alimenta di giochi. Proprio come accade nello spot televisivo di una nota compagnia telefonica, in cui lui chiede a lei: “Mi ami oggi…ma adesso mi ami?” E può capitare che a questa domanda una fantomatica lei risponda “come un campo di girasoli”, e lui di ricambio “come uno di papaveri”, e poi lei ribadisca di amarlo come un uragano,lui di amare lei come una scarica elettrica e così ancora ed ancora. La vita diceva un filosofo, ha sapore solo per i pazzi, ma chi è più matto di un innamorato? Dedicato a tutti quelli che pensano che febbraio è il mese di San Valentino, a chi non sta insieme però si ama. A chi fugge l’amore perché è una volta è stato tradito. Dedicato a te, a noi due big, you and me, in due… l’amore al tempo del cellulare!
Angela Francesca D'Atri

lunedì 9 febbraio 2009



"Siamo liberi di andare dove ci aggrada e di essere quelli che siamo"

Richard Bach

venerdì 6 febbraio 2009

1/1!2009



...per non dimenticare... mai... la magia di una sera... la speranza nel futuro!

lunedì 12 gennaio 2009

SMS



...per te la luna di questa sera,
per te la mia follia,
per te tutti i semafori verdi di Roma
e ancora per te...
pensieri stupendi!

(dettagli data: 11/01/2009 - Ora 21:31 - Tipo SMS)