domenica 26 giugno 2016

Una nuova moschea ai Castelli

Una moschea a Marino? La boutade di un esponente della sinistra marinese, se ha entusiasmato la comunità islamica dei Castelli, dall’altro ha agitato non poco gli animi di molta gente.  Non solo di destra. Verrebbe da dire che male c’è… è solo religione. Forse! Potevamo pensarla così, dovremmo continuare a pensarla così. Se non fosse che quella serpe del terrorismo scivola dentro i nostri pensieri democratici, di apertura nei confronti dei nostri fratelli islamici, e lì si annida con tutto il suo odio. 

Del resto noi occidentali non riusciamo neanche a capirla una guerra di religione. Siamo cattolici, ortodossi, cristiani, testimoni di Geova, ma neanche il più estremista vorrebbe morire per andare prima in paradiso. Non in questa fase storica. Abbiamo dimenticato le crociate. Non ci ricordiamo dell’impero ottomano, dei turchi e dei saraceni che hanno invaso le nostre coste. Perché dire no ad una moschea per musulmani non estremisti? Non saremmo democratici se non ammettessimo che tutti hanno diritto di professare la propria fede nel luogo di culto più appropriato. Il principio è nobile. Sta di fatto che siamo in un periodo storico di profonda incertezza. Non sappiamo chi sono i terroristi, si confondono tra di noi, cosa effettivamente vogliono e non sappiamo se davvero si tratti di una guerra di religione come vorrebbero farci credere. Ciò che sappiamo, però, è che ci sono degli uomini molto ricchi e potenti che gestiscono la vita di alcuni islamici e che utilizzano anche i luoghi di culto per creare odio contro l’Occidente. 

Si parla di terza guerra mondiale e non a torto se pensiamo agli scenari parigini, a quelli del Belgio, e agli altri attentati che si consumano quotidianamente in molte parti del globo. In questo momento di fragilità, dove ogni giorno si sente parlare di cellule dormienti che stanno tramando contro Roma e il Vaticano, siamo sicuri che essere così democratici sia il modo giusto di comportarsi? Alcune affermazioni lasciano il tempo che trovano, del resto siamo in campagna elettorale e ogni appiglio è lecito, ma una riflessione profonda su certe tematiche è d’obbligo. Non possiamo far finta che nulla sia accaduto e che nulla stia per accadere.

 Angela Francesca D'Atri - editoriale La Voce dei Castelli, giugno 2016

“I politici non hanno mai smesso di rubare”

“I politici non hanno mai smesso di rubare, hanno smesso di vergognarsi”. Si è scatenata la bufera dopo le dichiarazioni sulla corruzione del presidente dell'Anm Piercamillo Davigo al Corriere della Sera. Le parole dell'ex pm di Mani Pulite possono solo sorprendere chi per ruolo istituzionale si trova a difendere l'indifendibile. Del resto, il malcostume imperante non depone a favore della politica. Che la corruzione sia dilagante, lo testimonia del resto il Rapporto Corruzione 2015 dove l’Italia, con i suoi 44 punti (lo scorso anno erano 43), si colloca al 61esimo posto tra le 168 nazioni censite, penultima nella lista dei 28 membri dell’Unione Europea, dove stanno addirittura meglio Grecia e Romania, mentre fa peggio solo la Bulgaria. Se i politici hanno smesso di vergognarsi, i cittadini hanno smesso di sorprendersi.

La corruzione rode e corrode tanto la politica nazionale quanto quella locale. Gli ultimi episodi che ci riguardano da vicino sono i fatti di Marino. Dove, dopo la caduta dell'ex sindaco Silvagni, a due mesi dalle amministrative di giugno, vengono a galla nuovi episodi di tangenti, e questa volta a finire nella brace sono i due assessori Marco Ottaviani e Mauro Catenacci, volti noti e politici protagonisti delle ultime due consiliature a palazzo Colonna. I due assessori avrebbero intascato una tangente di 80 mila euro relativa all'apertura di un supermercato della catena Lidl.

 Secondo le indagini portate avanti dai carabinieri, i due assessori con l'aiuto di un amico commercialista, avrebbero mascherato la copiosa tangente attraverso l'emissione di una fattura per operazioni inesistenti da parte di una cooperativa di comodo a cui Lidl Italia Srl avrebbe dovuto versare l'importo di lavori utili a trasformare un magazzino in supermercato, lavori mai eseguiti. Il supermercato fino ad oggi non ha ancora visto la luce a causa di difficoltà burocratiche. Ci sarebbe dell'altro. Oltre al pagamento della tangente, infatti, uno dei due assessori finiti in manette avrebbe segnalato alcune persone da assumere. Episodi del genere finiscono per divenire parte della cruda normalità di un paese che ormai, avendo perso la dignità, non ha più nulla da perdere. In Italia, non tutti i politici sono corrotti, è vero, ci sono persone oneste, ma il malcostume imperante non lascia possibilità di scampo.

Così mentre i topi rosicchiano l'ultima fetta di formaggio, assistiamo al delirio imperante dalla sanità alla cultura, dalle strade ai trasporti, al lavoro che non c'è, senza capacità per i cittadini di far sentire la loro voce. Questo è sicuramente il male peggiore, vivere in un paese democratico ma non sapere usare le armi che la democrazia offre per difendersi.
Angela Francesca D'Atri (editoriale la Voce dei Castelli - maggio 2016)