martedì 4 novembre 2014

Finché c'è la salute c'è la sanità!

Si dice che finché c'è la salute c'è tutto. Mai affermazione fu più vera di questa, specie nel difficile momento di crisi che stiamo vivendo anche a livello sanitario. Con l'ebola che minaccia il mondo, gli ospedali non sono ancora del tutto preparati ad un’eventuale emergenza. Il bilancio sanitario in rosso porta solo a tagliare. Le forbici, però, non tengono conto delle esigenze dei cittadini mentre le liste d'attesa si allungano. L'attesa fa paura. Se a Roma per fare una risonanza magnetica bisogna attendere circa dieci mesi, figurarsi negli ospedali dei Castelli, dove ogni giorno si annuncia la chiusura di un nuovo reparto. La sanità è allo sbando? Allo sbando è il cittadino che nel momento in cui sta poco bene non ha alcun punto di riferimento. Il medico di famiglia si limita a prescrivere esami su esami, con i ticket alle stelle e spesso non si riesce a venire a capo del problema. Quasi sempre, per cercare di guarire, occorre rivolgersi allo specialista privato, che a conti fatti (benzina, ticket, tempo di attesa e speranza di guarigione) è pure più conveniente. Il problema è che nessuno ci ripaga del tempo sprecato dietro a diagnosi errate, a cure inesatte, di esami che non servivano. Mi ha colpito la lettera di una signora giunta in redazione per raccontare il calvario subito dal marito per guarire un'epistassi. L'uomo dopo aver girato gli ospedali dei Castelli con un'emorragia che non si arrestava, è guarito solo dopo essersi rivolto ad un otorino privato. La scure che si è abbattuta sulla sanità, dopo anni e anni di sprechi, sta ora travolgendo i cittadini. Come ne usciremo da questo vortice?
Angela Francesca D'Atri (editoriale La Voce dei Castelli, novembre 2014)