martedì 17 febbraio 2015

Noi insicuri e indifferenti nelle fauci del ladro


Quando siamo a casa o sul posto di lavoro, se usciamo in macchina, a piedi o sull'autobus, sempre più spesso ci sentiamo insicuri. Il problema è maggiormente avvertito dalle fasce più deboli della popolazione. Anziani, donne e bambini finiscono nelle fauci di un nemico che rimane sempre più spesso impunito. 

Cresce il disagio nei nostri paesi e nelle nostre città dove non c’è lavoro per tutti, dove cominciano  a mancare le tutele, dove la gente, molti italiani e tantissimi stranieri, non sa più dove prendere i soldi per vivere e allora ecco l’impennata di furti negli appartamenti, nei negozi, alle fermate degli autobus, per le strade, in metropolitana. Colpisce la malvagità di questi delinquenti che spesso picchiano e uccidono davvero per pochi euro. La cronaca delle ultime settimane lascia attoniti.

 Il problema è complesso, da una parte questi ladri e truffatori non pagano per quello che fanno, dall’altra se vanno in prigione escono subito dopo, le pene sono sempre meno severe, le carceri scoppiano. Sul banco degli imputati finiscono gli stranieri, ma sono ladri e truffatori anche gli italiani, è evidente però che  la crisi economica non ci permette più di accogliere. La microcriminalità è uno dei maggiori problemi con cui deve fare i conti il cittadino comune, quello che spesso non arriva più neanche alla fine del mese. L’insicurezza è uno dei peggiori mali di questa età che ben possiamo assimilare alla decadenza dell’Impero Romano. 

Eppure perché prendersela solo con le leggi che non ci tutelano, con le politiche di accoglienza degli stranieri, con i nostri amministratori che non illuminano le strade, con le pene irrisorie, con le carceri che scoppiano? Per carità, queste problematiche vanno affrontate, oggi però voglio puntare il dito contro di noi, noi che aspettando un autobus assistiamo indifferenti allo scippo di un’anziana e non le prestiamo soccorso neanche quando si accascia per terra. Noi che sentiamo qualcosa di strano, a casa del vicino, forse i ladri, e tra noi e noi pensiamo: “Che importa, tanto non è a casa nostra”. Noi che dentro un autobus assistiamo indifferenti al solito furto del portafogli fingendo di non vedere e a ladro sparito in coro diciamo: “Cosa ti ha rubato?”. 

Noi che che non sappiamo più cos’è la solidarietà, e diventiamo facili prede dei malviventi, noi che non abbiamo riflettuto abbastanza sul fatto che domani potrebbe capitare a noi. Questa mancanza di valori è il terreno fertile su cui nasce il seme della microcriminalità. E come diceva una vecchia canzone, ricordiamo che gli altri siamo noi.
Angela Francesca D'Atri Editoriale - La Voce dei Castelli , febbraio 2015