domenica 19 aprile 2015

Scuola: vacanze ridotte, la punizione del ministro Poletti

Ancora un Ministro che vorrebbe mandare i giovani a spostare cassette della frutta! A poco più di due mesi dalla chiusura dell'anno scolastico, arriva la proposta choc del ministro Poletti di ridurre i tre agognati mesi di vacanza a uno, proponendo agli studenti di dedicarsi a spostare cassette della frutta, come hanno fatto i suoi i figli, che agendo così “Sono venuti su normali, non sono speciali”. Scagli la prima pietra, chi non ricorda con piacere le estati da bambino o da ragazzo, erano tre mesi, a volte quattro, che sembravano eterni, si partecipava di più alla vita familiare, si aiutava mamma e papà nelle mille incombenze quotidiane. Il figlio del contadino andava in campagna a svolgere piccoli lavoretti campestri, il figlio del meccanico imparava il mestiere, idem per il figlio del falegname, le femmine rimanevano a casa a imparare a fare il bucato, l'uncinetto, a cucire, stirare. Poi si aprivano i libri e si eseguivano i compiti per le vacanze assegnati da scrupolosi maestri. Perché i ragazzi di oggi, invece di dedicare il proprio tempo libero estivo a se stessi e alla famiglia, dovrebbero andare a scaricare cassette della frutta? Sarebbe molto più bello che in estate i ragazzi spendessero qualche ora al volontariato, insegnando agli adulti il rispetto per gli altri e per la natura. O se così non fosse, a volte anche qualche giorno di ozio può giovare alla crescita interiore. Poi del resto, sono tanti i ragazzi che già lavorano per dare un aiuto in famiglia, per regalarsi una vacanza o solo per disporre di un budget maggiore per uscire con gli amici. Per dirla con le parole di Poletti, “non è un obbligo fare tre mesi di vacanza”, ma senz'altro un diritto acquisito nel tempo che in passato non ha creato problemi. Il lassismo odierno non si raddrizza di certo con punizioni dell'ultima ora.
Angela Francesca D'Atri (editoriale - aprile 2015 La Voce dei Castelli)