martedì 18 giugno 2013

Se la politica non convince, vincono gli interessi

Aumentano i furti nelle case, i suicidi sono all'ordine del giorno, le esecuzioni per strada fanno paura. Tutti chiari sintomi di un paese che sta male. Se poi quel paese si chiama Roma, in tempo di ballottaggio il malessere quotidiano apre al duello politico destinato a protrarsi nella prima settimana di giugno, quando i romani decideranno a chi affidare le sorti della propria città. E' vero l'astensionismo e con esso il partito degli indifferenti è aumentato, com’è cresciuto il partito delle schede bianche. Chi sono questi sconosciuti? Le piazze dei big nei loro comizi finali erano semivuote a testimonianza che la politica non convince anzi, spesso, delude. Del resto, non sono gli ideali a sfamare, e i programmi elettorali sono tutti belli da leggere. Poi, però, sono gli interessi in gioco a spingere intere categorie di cittadini, e con esse le loro famiglie, verso questa o quella coalizione. Gli occhi sono puntati su Grillo, dove a Roma come nei tantissimi comuni dove si è votato, non ha raggiunto i risultati sperati. Tuttavia, nell'assemblea capitolina siederanno quattro grillini, capiamo che sono pochi in un'aula di 48 membri, ma è comunque un ulteriore banco di prova dove tastare il valore di questo movimento. La fiducia si costruisce nel tempo. Adesso, tocca rimettere in carreggiata questa città, cominciando dal ripianare le buche, trovando nuove soluzioni per la spazzatura, ridandole splendore. Roma vive, lavora e si nutre di turismo e pertanto l'immagine di questa città va curata, non solo nel centro, ma anche nelle periferie che non possono essere lasciate all'incuria, alla criminalità, alla carenza di mezzi pubblici e affossate nel traffico. Angela Francesca D'Atri (editoriale La Voce dei Castelli - giugno 2013)