venerdì 8 maggio 2015

L'insostenibile leggerezza della corruzione italiana


Siamo sfiduciati se la politica non ci rappresenta più. Scandali quotidiani da nord, passando per il centro, al sud. E' sempre la stessa storia: tangenti, regali, favori a familiari ed amanti, lavori fatti male in barba ai cittadini onesti che vorrebbero vivere serenamente, lavorando e pagando le tasse, in cambio di strade senza buche, illuminazione anche in periferia, acqua potabile, corretta gestione dei rifiuti e di tutti gli altri servizi che vorremmo avere. Ma come mai oggi il mondo della politica ha raggiunto un tale livello di corruzione? Quali sono gli ingranaggi che permettono uno status quo così aberrante? La questione risiede a monte. A sostenere la corruzione siamo noi quando accettiamo passivamente tutto quello che accade. Qualcuno, senza meno, non ha votato l'attuale Governo o l'attuale amministrazione di questo e di tal paese, ma non possiamo stare lo stesso tranquilli, non è la scelta del colore politico a salvarci dalla corruzione se ormai si registra un totale scadimento dei valori di chi fa politica. Quando non interessa più di fare il bene del popolo, ma intascare mazzette per il proprio tornaconto, far assumere i propri parenti o a avvantaggiarli nelle proprie imprese, quando questo non è più l'eccezione, ma la norma, non possiamo che constatare il fallimento dell'attuale sistema, o lo si cambia o finirà per fagocitarci. Senza scadere nella demagogia o in frasi fatte da bar, dobbiamo chiederci cosa realmente facciamo nel nostro quotidiano per migliorare il nostro Paese. Amara è la constatazione che lo scadimento della politica sta portando la massa ad allontanarsene sempre di più, facendo così il gioco dei corrotti che finiranno per votarsi da soli. Ricordiamoci che dietro ogni male italiano, c'è solo una parola: corruzione. Dall'arrivo dei barconi degli immigrati ai campi nomadi abusivi, se cade un ponte, se in un terreno vengono interrati rifiuti tossici dietro, c'è solo malaffare e politici collusi. Non basta cambiare canale, non comprare i giornali, non leggere le notizie su internet, non votare, il fallimento del sistema lo percepiamo e ne subiamo le conseguenze nel nostro quotidiano quando non possiamo più lasciare con tranquillità le nostre case per la grande incidenza dei furti, se veniamo accerchiati e derubati dai rom nelle metropolitane, se non possiamo più mangiare cibi sani. Dentro di noi conosciamo la verità ancor prima che arrivi la magistratura a fare il suo corso, eppure continuiamo a portare passivamente sulla groppa l'insostenibile leggerezza della corruzione italiana. Una bastonata e una carota e si va avanti. Così è se vi pare.
Angela Francesca D'Atri (editoriale maggio 2015 La Voce dei Castelli)