giovedì 26 novembre 2009

L’uomo pubblico non può sottrarsi al giudizio collettivo

Piero Marrazzo ritornerà in Rai dopo essersi disintossicato dalla politica. Il governatore del Lazio, colpito da profondo stress psicofisico per le note vicende che lo hanno visto recentemente coinvolto, dalla prossima primavera riprenderà ad esercitare il vecchio mestiere di giornalista che faceva con dedizione e passione. Non si comprende come un professionista di talento possa essere caduto nella trappola della politica. Infatti, più ci si addentra in questo misterioso mondo, più ci si rende conto di quanta tristezza e desolazione si annida nella stanza dei bottoni. Quanto stress subiscono i nostri politici per finire nel “girone” della droga e della prostituzione? Il caso Marrazzo è solo l’emblema di una elite che pretende di governarci imponendo regole severe che essa stessa per prima trasgredisce. Ci va bene tutto, siamo una società per nulla perbenista, abituata agli scandali, una società sorniona e viziosa, anche ben rappresentata, è il caso di dire, da un gruppo di persone altrettanto poco incline ai principi di una morale che, ahimè, è tramontata. Così, non stupisce neanche il fatto che un Presidente di Regione, ricattato per i suoi “vizi”, riesca a trovare la solidarietà di un’intera classe politica, con davvero poche eccezioni, che non solo gli perdona certe “debolezze” ma ribadisce con forza la separazione tra vita privata e pubblica. Ma come può essere? Il vip e soprattutto il politico non può fingere di non sapere che il proprio operato è suscettibile di giudizio. La stampa che in tutto ciò gioca il suo ruolo da protagonista deve poter svolgere bene la sua missione che è quella di informare. I cittadini hanno pieno diritto a sapere quello che accade nei palazzi del potere e a conoscere le inclinazioni di chi si candida a svolgere un ruolo pubblico, per formarsi un’opinione per quanto possibile corrispondente al vero, per poter esprimere al momento delle elezioni un voto consapevole. Per chi non sa rinunciare ad alcune tentazioni, si rammenta che esiste la sfera del privato dove poter fare, nel rispetto delle leggi, ciò che più aggrada, ma questo solo dopo aver dismesso i panni dell’uomo pubblico.
Angela Francesca D'Atri