giovedì 1 dicembre 2011

L'Italia che verrà



Ci aspettiamo molto dal governo Monti.
Ci aspettiamo quello che nei decenni scorsi nessuna classe politica ha mai fatto o pensato di fare per il nostro Paese. Negli ultimi mesi, peraltro, abbiamo assistito a troppi eccessi di polemica. Si sa, la democrazia alimenta il dibattito con il suo naturale sbocco nei talk show, sui giornali, sui blog, con il risultato di un popolo stremato, adirato oltre modo contro l'élite per eccellenza, la cosiddetta casta politica. Dunque, dal governo Monti ci aspettiamo anche una svolta morale. Perché è di morale che stiamo parlando se vogliamo cambiare questo stato di cose. Ci aspettiamo poi posti di lavoro, solidità della moneta, vendita dei nostri titoli di stato, e dulcis in fundo lo scongiuro del default. E poi ancora giustizia, equità, lotta alla mafia.

Ci si aspetta un'Italia del merito contro le raccomandazioni. Come a dire che ci si aspetta la rivoluzione del sistema senza che mai ci sia stata una rivoluzione. Si aspettano cose mai viste per un governo nato con lo scopo di tranquillizzare i mercati e già soprannominato da taluni come il governo delle tasse, già sotto attacco perché non ha voluto affossare la legge su Roma capitale negando alla città eterna quello status ambito per ben 30 anni.

Da Monti ci si aspetta, infine, la stabilità governativa, perché è solo questa che nell'imminente ci può salvare dalla speculazione finanziaria, prima che l'Eurozona si salvi da sola realizzando quell'unione politica sognata dai grandi padri dell'Europa. Favole? Semmai, visto il periodo, meglio affidarsi a Babbo Natale. Abbiamo sempre dalla nostra la cara letterina.
Angela Francesca D'Atri