martedì 27 maggio 2008

Benzina cara mi costi...


“L’odore di benzina mi fa girar la testa…” cantava qualche anno fa Jovanotti. Oggi a far girar la testa sono soprattutto i prezzi del carburante, con cifre che sfiorano 1, 50 euro al litro. Di questo passo dove andremo a finire? Ci verrebbe da dire: prendiamo il treno, usiamo la bicicletta, al lavoro andiamo con l’autobus, a comprare le sigarette… ma smettiamo pure di fumare! Peccato però che i trasporti pubblici italiani funzionino poco e che i collegamenti tra il nord ed il sud del paese siano penosi. Tanto per dirne una. Provate ad andare in treno da Sibari, importante snodo ferroviario della Calabria, a Belluno provincia del Veneto. A Sibari, i treni andavano meglio quando andavano a vapore. Facendo due calcoli per raggiungere la provincia veneta ci vogliono poco meno di 14 ore effettive di viaggio, a cui va aggiunto tutto il tempo di attesa tra una coincidenza ed un’altra, perché bisogna prendere ben quattro treni, tra intercity, eurostar ed interregionali, con tabelle orarie che fanno storcere il naso. Si fa prima ad arrivare al borgo di Zhouzhuang nella provincia del Jiangsu, nella Cina orientale. Torniamo in città. Nella capitale alcune zone sono irraggiungibili con i mezzi pubblici, figurarsi a piedi. Ma poi perché dovremmo lasciare a casa l’auto, con tutto quello che ci è costata e quando paghiamo un’esosa assicurazione con tanto di bollo e certificazioni varie? Molto meglio sarebbe incentivare l’uso di fonti alternative alla benzina e al diesel per alimentare le nostre automobili, i famosi biocarburanti. A riguardo, a tutt’oggi, è incomprensibile ai più la posizione di alcuni operatori economici, nonché del mondo politico. Come mai, viene da chiedersi, la Fiat che ha inventato la tecnologia flex usata dai brasiliani, con un motore che va a benzina ed ad alcool, non viene sponsorizzato anche in Italia? Sarà forse solo perché da noi non esistono distributori di alcool? E poi che tipo di alcool? In Brasile, ad esempio usano quello estrapolato dalla canna da zucchero. Parliamo di bioetanolo che è un alcool ottenuto tramite processo di fermentazione di prodotti agricoli ricchi di carboidrati e zuccheri quali i cereali (mais, sorgo, frumento, orzo), le colture zuccherine (oltre alla canna da zucchero, va bene la bietola), frutta, vinacce e patate. Gli esperti di chimica, e probabilmente anche i meccanici, sanno che si può usare addirittura quello etilico che si trova tranquillamente nei supermarket, nelle droghereie e nei discount. Dalla comparazione dei costi della benzina e quelli dell’alcool ad un occhio attento non sfuggirà il risparmio. Allora perché da noi si continuano ufficialmente ad usare il diesel e la benzina, nonostante le norme europee ci ingiungono paradossalmente di utilizzare i biocarburanti che rispettano l’ambiente? Ragioni ce ne possono essere mille. Ma di certo c’è che una grande diffusione del bioetanolo come carburante comporterebbe la riduzione delle entrate fiscali dello stato provenienti dalle accise sui carburanti tradizionali. E noi italiani continuiamo ad “abboccare” alla favola che per non inquinare l’aria che respiriamo bisogna lasciare a casa l’auto. Verrebbe da dirla alla Totò, ma mi faccia il piacere!