mercoledì 9 marzo 2016

Happy birthday Italia

L'immagine di una porta chiusa, dipinta con i colori della nostra bandiera, diventa l'emblema della crisi che non sembra darci scampo. Aldilà delle considerazioni economiche che si possono fare sull'argomento, questa volta è il caso di soffermarsi sulle ricadute sociali. L'Istat ci mette in guardia su un nuovo allarmante minimo storico raggiunto dal nostro Paese: gli italiani fanno sempre meno figli, e per la precisione la media è di 1,35 per donna. Manca la materia prima per costruire il nostro futuro. Non chiudono solo le aziende per assenza di aspettative positive che fanno frenare gli investimenti. Non se ne vanno all'estero solo i nostri tesori, i nostri cuori e i nostri cervelli. Chi rimane in patria lo fa sacrificando la prole. Le famiglie italiane sono sempre più vessate dalle tasse, colpite nella proprietà di beni immobili e mobili. Senza contare l'incertezza lavorativa, il precariato, i bassi salari, il malfunzionamento dei centri dell'impiego e tutti i problemi di un sistema clientelare che non fa emergere i più meritevoli. Per non tralasciare la condizione delle donne lavoratrici, costrette troppo spesso a scegliere tra il lavoro e la famiglia. L'Italia sta chiudendo anche per questo. Perché se continua a diminuire la natalità e continuano le fughe all'estero, non c'è crescita e non c'è futuro. Alla radice ci sono scelte politiche poco attente, mentre si pensa a dare diritti alle coppie gay, si dimentica che quelle etero per problemi economici risparmiano anche sulle culle. Non è un bonus bebè che fa decidere di mettere al mondo dei figli, ci vuole la prospettiva di un paese solido in cui farli crescere. Il nostro declino si misura purtroppo anche dalla mancanza di politiche lungimiranti capaci d'invertire la triste e bassa natalità che ci destina ad essere un popolo stanco e vecchio. Sta finendo il sogno di quell'Italia fatta con il sangue di tanti giovani, nata il 17 marzo del 1861 e oggi vuota e stanca, costretta a piegarsi ai più forti, senza potere decisionale, in mano alle lobby, con i bilanci i rossi, con le banche che ci spremono fino all'osso. E ancora, con riforme becere che ci stanno togliendo tanti diritti, da quello elettorale a quello sanitario e pensionistico. Per vedere il bicchiere mezzo pieno ci vorrebbe un radicale cambio di tendenza, con proposte concrete per i giovani e con politiche per la famiglia; ma il sistema è corrotto, e la società civile dorme chiusa nel suo individualismo. A chi dobbiamo restituire le chiavi?
La Voce dei Castelli - editoriale marzo 2016 di Angela Francesca D’Atri