venerdì 15 luglio 2016

Ma che sorpresa!

Metti una mattina la sorpresa di una pec o di una classica raccomandata dell'Agenzia delle Entrate. Se si scomoda a cercarvi ci sarà un motivo, sarà pure un avviso bonario e se c'è uno sbaglio basta chiarire, telefonare, prendere un appuntamento. Un po' come perder tempo. Non la prenderanno di certo bene i 100 mila destinatari degli avvisi di questi ultimi giorni, altri ne arriveranno dopo l'estate.

Ci sono stati errori naturalmente, e nel mirino è finita la dichiarazione presentata nel 2013 per i redditi del 2012. Quella svista commessa forse per sbadataggine o per colpa di un intermediario poco attento. In molti casi si tratta di briciole su redditi non proprio alti. Nella mischia finisce anche chi ha già pagato per quest'errore e si vede recapitare un nuovo avviso. Il problema non è certo la sanzione che in teoria potrebbe anche essere giusta. Chi sbaglia paga. Il problema è sempre lo stesso, i piccoli contribuenti sono super vessati mentre i pesci grossi sguazzano. Ma per capire fino in fondo il nervosismo di questi 100 mila “avvisati”, dobbiamo sollevare il dito contro il sistema Italia che ha prodotto negli ultimi decenni un altissimo livello di incapacità riscontrabile nei piani alti. Gli errori però li paga la base.

 E ce ne accorgiamo dai problemi che da utenti riscontriamo quotidianamente con ogni tipo di gestore di servizi, luce, acqua, gas, telefono... errori su errori, bollette che non arrivano o arrivano doppie e maggiorate, ore ed ore passate ai call center che non rispondono e poi si rivelano incapaci di gestire le più semplici problematiche. Morta ogni speranza non ci rimangono che le code infinite agli sportelli. L'era digitale doveva risolvere i nostri problemi, sembrano invece essere quadruplicati. Ma forse è solo una brutta sensazione che il vento caldo di luglio dissiperà. Buona estate cari lettori.


Angela Francesca D'Atri - editoriale La Voce dei Castelli - Luglio 2016