sabato 2 febbraio 2013

Regione Lazio: tempo di vacche magre, adesso ci vuole senso di responsabilità

Problemi... qui non esistono problemi. Qui siamo tutti belli e sani, qui basta solo lavorare e poi guardare la tv. Canta Vasco in una nota canzone. Ma di problemi, invece, in giro ce ne sono e pure parecchi. Non per essere pessimisti o perché non riusciamo a cogliere le sfumature di rosa in tanto grigiore! La verità è che nei nostri Comuni, nella nostra Regione, di problematiche serie ce ne sono a bizzeffe. Tanto per dirne una, l'emergenza rifiuti. Da anni si combatte contro un mostro cattivo da cui i nostri amministratori non sanno venirne a capo, forse useranno la ricetta sbagliata, forse non ci capiscono nulla, oppure ci affidiamo agli uomini sbagliati, la realtà è che oggi i Castelli Romani non ci stanno a fare la pattumiera di Roma. I nostri lussureggianti paesi, belli di una bellezza che toglie il respiro per le loro risorse ambientali, storiche e paesaggistiche che potrebbero e dovrebbero essere alla base di ogni politica incentivante il turismo, e fonte occupazionale, si dovrebbero invece prestare ad essere il tappetto dove nascondere le briciole di una errata gestione dei rifiuti! Meno male che a bocciare il Lazio ci ha pensato l'Ue che ha sottolineato la “gestione fallimentare” in quanto volta all’“esclusiva ricerca di invasi dove gettare il pattume” (Repubblica.it 22 gennaio 2013). E che dire poi delle fontane che danno acqua all'Arsenico in molti Comuni? L'arsenico non è vino, ma una sostanza altamente tossica che provoca numerosi tumori. Viene da chiedersi dove sono le coscienze dei nostri amministratori! Senza poi tralasciare che il Lazio è salito vertiginosamente nella classifica della malasanità contendendosi scandalosamente il podio con Sicilia e Calabria (dossier presentato il 22 gennaio 2013, dalla Commissione di inchiesta ‘Errori sanitari’ a Roma, a Palazzo San Macuto). La Regione Lazio, inoltre, non ha pagato numerose aziende, ultimo caso e solo per fare un esempio quello di una struttura sanitaria come l'Ipab Sant'Alessio, a rischio chiusura perché la Regione  non eroga il saldo dell'annualità 2011 e dell'intero 2012. E' una situazione difficile in un quadro nazionale di profonda crisi finanziaria ed economica, di disoccupazione generale, di chiusura di aziende, di cervelli, di gambe e braccia in fuga. Un periodo di eresie, se ne sentono tante in tv, di sconforto generale, di scompiglio e di nessuna azione. Ebbene in tutto questo ci sono due uomini candidati alla Presidenza della nostra Regione, tralasciamo gli altri candidati non per fare loro torto, ma solo perché vogliamo citare due personaggi che hanno già governato le istituzioni laziali a lungo. Parliamo di Nicola Zingaretti, il Presidente dimissionario della Provincia di Roma, che ha fatto molte cose buone ma qualcosa avrà anche sbagliato, molti lo ricorderanno per aver portato il wi-fi gratuito anche ai Castelli. C'è poi, a sorpresa, Francesco Storace, già governatore della Regione Lazio, ministro della Sanità, che solo da pochi mesi è stato assolto dalla spinosa vicenda del Laziogate, da cui sembra essersi ripreso con il suo solito humour. Storace sarà ricordato negli annali della stampa per aver ridato vita al Giornale d'Italia, ma soprattutto per aver voluto a Roma l'ospedale Sant'Andrea. Stiamo parlando di nomi e volti noti e chiunque voterà per l'uno o per l'altro non potrà dire di essersi sbagliato nell'urna elettorale, sa perfettamente chi sono. La vera incognita sono gli indecisi, coloro che voteranno per partiti e personaggi meno noti, coloro che staranno a casa disertando le urne, coloro che annulleranno la scheda. Tutti coloro che poi non si sentiranno rappresentati. Tutti coloro che oggi soffrono in silenzio e che davvero non sanno più cosa fare. Anche a nome loro, chiediamo a chiunque vinca un alto senso di responsabilità. Angela Francesca D'Atri (editoriale La Voce dei Castelli, febbraio 2013)