sabato 12 marzo 2011

Montanelli e i Meticci di Ghinda




Girovagando su internet ho trovato questa mia lettera scritta ad Indro Montanelli 12 anni fa

LA STANZA Di Montanelli - pg 41 Corriere della Sera 15 aprile 1999

IN UN REGIME TOTALITARIO Il LAVORO DI GIORNALISTA

Sto ultimando le ricerche per la tesi di laurea "La campagna razziale al Corriere della Sera (1937 - 1938)". All' inizio di questo lavoro speravo di trovare quel piccolo spunto che mi avrebbe permesso di sostenere che il Corriere, nonostante le "veline" del ministero della Cultura Popolare, avesse manifestato un dissenso sommerso, o meglio un antisemitismo di mera facciata per evitare il sequestro. Invece fu antisemita e fece il gioco di Mussolini. Il Corriere non pote' sottrarsi al disegno mussoliniano di far sorgere dal nulla l' antisemitismo e instillarlo negli animi degli italiani per poi giustificare un' azione legislativa contro l' ebreo, colpevole solo di essere ebreo. Avrebbe potuto il singolo giornalista rifiutare di rendersi protagonista di una simile campagna? Qual era il clima al Corriere? Quali le pretese del direttore? Ho trovato un suo articolo firmato, pubblicato il 15 novembre 1938, dal titolo "Meticci di Ghinda", dove alcuni riferimenti antisemiti mal si conciliano con il suo attuale pensiero antirazzista e di apertura nei confronti del mondo ebraico. Sarebbe molto importante ai fini della mia tesi un suo intervento chiarificatore.
Angela Francesca D' Atri, Roma

* Quanti anni ha lei? E' mai vissuta in un regime totalitario? Dalle domande che mi rivolge, ne dubito. Quanto ai miei "Meticci di Ghinda", non ne ricordo il contenuto. Ma escludo che avesse dei riferimenti antisemiti. E se li aveva, vi erano stati certamente aggiunti in redazione, come spesso succedeva.
Indro Montanelli
(15 aprile 1999- Corriere della Sera - La Stanza, pagina 41)

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