martedì 17 febbraio 2009

La freccia di Cupido: mi ami oggi… e adesso mi ami?


L’amore immutato nei secoli, ai tempi di internet come ai tempi del colera. Vacuo, polvere di passione, si scioglie in mille attimi, una telefonata infinita di parole strambe e vane solo per chi non é innamorato. Cadere nella sua trappola in un minuto, in un modo sbagliato, rimanere folgorati dalla freccia di un Cupido moderno che lancia il suo dardo. Poi può capitare che la vita li separi, lui il piccolo principe rimanga sulla sua piccola stella a coltivare il suo piccolo fiore. Lei nel deserto contro tempeste di sabbia alla ricerca del suo sentiero. Ancora una volta a tessere la trama di questo sogno nato dal nulla, in una notte probabilmente magica, il desiderio antico che si adatta ai canali attuali, sorretto unicamente dalla fantasia, vive e si alimenta di giochi. Proprio come accade nello spot televisivo di una nota compagnia telefonica, in cui lui chiede a lei: “Mi ami oggi…ma adesso mi ami?” E può capitare che a questa domanda una fantomatica lei risponda “come un campo di girasoli”, e lui di ricambio “come uno di papaveri”, e poi lei ribadisca di amarlo come un uragano,lui di amare lei come una scarica elettrica e così ancora ed ancora. La vita diceva un filosofo, ha sapore solo per i pazzi, ma chi è più matto di un innamorato? Dedicato a tutti quelli che pensano che febbraio è il mese di San Valentino, a chi non sta insieme però si ama. A chi fugge l’amore perché è una volta è stato tradito. Dedicato a te, a noi due big, you and me, in due… l’amore al tempo del cellulare!
Angela Francesca D'Atri

3 commenti:

  1. L'amore ai tempi del cellulare, o del colera o di Berlusconi lo pensavo qualche anno fa ai tempi della mia tesi che doveva essere "Come cambia il rapporto di coppia dalla lettera all'sms", ma la tragedia di skype porta nuove frontiere.. e per chi come me ha l'oceano come deserto e chi dall'asteroide non è mai sceso.. la distanza diventa illusione.. "nessun luogo è lontano" dice il libro, che ricorda l'adolescenza, ma se le parole sono semplici, rimangono preziose.. e la distanza, il tempo che spesso fanno compagnia alla follia dell'amore.. rilanciano il sogno al di la dell'ennesimo orizzonte.. e se l'sms poteva in qualche modo rassicurare, skype distrugge e da allo stesso tempo la follia dell'annullamento dello spazio e del tempo.. lei è qui.. sembra vero.. ma non è qui.. c'è l'oceano, un altro deserto e l'illusione rimane.. quindi "aspetto primavera" come Bamdini e come i sognatori di Fossati.. come il romanzo dove lui è chiuso contando il tempo per il quale la neve fuori la finestra e il ghiaccio nel suo cuore inizino a sciogliersi, fosse la Varikinov di Juri ci sarebbe anche Lara, ma il romanzo è sbagliato.. le trame si intrecciano nella storia, con ironia, malinconia e la mente lasciata andare per raggiungere qualcosa di nuovo.. questa è la base di questa favola immorale.. dove ci sono 5 miliardi di persone chiuse in cinque miliardi di asteroidi/isole, ognuno in un immagine inventata ha un gatto e un computer, il telefonino ormai nella mia di favola lo usa il gatto (la avessi la tua di favola!).. sul computer appaiono il volto e la voce di lei.. un altra lei che appare dietro al pronome.. ma cinque miliardi di persone sono sole, isole chiuse in un universo privato a lanciare i sogni contro il soffitto di stelle.. ad aspettare primavera.. ma l'attesa diventa rabbia a volte.. diventa realtà, sarcasmo soprattutto facendo le file all'IMPS dove la televisione accesa per gli anziani che aspettano, la guardi, guardi forum e vorresti ucciderti o salvarti o valicare il deserto o saltare giù dall'asteroide.. ma questo è un lavoro per non perdere di vista l'idea di amore.. quella un po' più grande.. quella che se ne frega.. rimani lassù attaccato con le unghie ai vulcani.. mia madre me l'ha spiegato che l'essenziale è "veramente invisivile agli occhi".. l'ha spiegato a me che con un orgoglio folle prendo il chinotto al posto della coca-cola in questa pausa pranzo.. mia madre me l'ha spiegato perchè lei non ci vede e allora continuiamo una tradizione sociale, la vocazione familiare di provare a salvare il mondo.. lei socia.. io volontario per l'unione italiana dei ciechi e degli ipersognanti.. l'ennesima impresa è il giornale.. convincere la regione Lazio che "l'esseziale è invisibile agli occhi" che le parole non significano nulla e col denar puoi comprare le rose, ma non quella diversa dalle altre.. le parole non sono nulla ma possono arrivare ovununque.. questa è la mia nuova missione.. meglio che spazzare di nuovo il camino del vulcano.. meglio che fare la fila all'IMPS.. usare la solita pazzia per un altro inganno della comunicazione.. queste sono le magie del chinott.. Queste le illusioni del modo in cui sono cresciuto.. era meglio che facevo il dottore, l'idraulico.. ma mi hanno messo su un asteroide come tanti altri e non ci posso fare nulla.. alzate l'architrave allora carpentieri.. penso che si possono mandare poesie d'amore in Braille.. magari al presidente Regione Lazio.. Fiori in Braille.. audiosogni..sorrisi ingranditi per ipovedenti.. magie del di qua e del di là del deserto.. si perchè c'è sempre lei in tutto questo..
    La distanza e lo spazio non esistono.. ma se la distanza non ci fosse, o se non ci fosse l'ullusione della non distanza.. potevo leggere le sue lettere sotto un albero.. sarebbe stato triste e bellissimo lo stesso.. l'avrei dimenticata, cambiato il nome dietro il pronome "lei", ma dall'illusione della distanza.. dal mi manchi o ti amo rilanciato in campi di papaveri, di girasoli, di rose tattili.. ognuna uguale e ognuna diversa.. nasce la rabbia e la rivoluzione nasce sempre da un rabbia privata .. la nuova missione.. sempre per e sul conto del Dio.. come i Blues Brothers che loro gli occhiali da sole li portano.. forse anche loro sono dell'Unione Italiana Ciechi di Chigago.. e sicuramente anche loro bevono chinotto.. Alla fine se tutti vissero felici e contenti non si sa in questa favola immorale.. lei rimane al di là del deserto di un oceano.. io su un asteoride, su un isola e da solo nella sede vuota.. scrivo a te che ho sentito oggi per telefono.. ti chiedevo informazioni sul giornale spero non ti dispiacerà se ti ho scritto nel mio solito stile libero.. non sapevo cosa fare e il tuo blog mi ha dato lo spunto! La fine della favola immorale non si conosce.. come sempre si aspetta primavera.. dai tempi della lettera, a quelli del telefono fino a skype.. e la primavera non è un tempo, ma un luogo senza tempo nella mia immaginazione.. dove davvero abbiamo la coscenza che l'essenziale è invisibile agli occhi e le isole si sono riunite.. e tra la parola e la non parola non c'è più differenz.. tutto questo sarebbe indecente, ma bellissimo.. l'indecente regno dell'amore.

    Stefano Mattei (con la sua bottiglia di chinotto ormai vuota)

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  2. attento a non strozzarti con quel chinotto

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  3. Ojalá entendiera todo lo que dices sobre las flechas de Cupido...pero os puedo decir que las flechas existen...yo ahora tengo clavada una...y me duele...es un caso clínico...

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