sabato 25 novembre 2017

Vaccini sì, vaccini no ma nel Lazio è tempo di morbillo



Il braccio di ferro tra pro e contro i vaccini ha animato nelle ultime settimane piazze e salotti. Dai 12 vaccini obbligatori paventati nel decreto Lorenzin, dopo il passaggio in Parlamento si potrebbe passare a 10, quando finora ne erano obbligatori solo 4. I contrari ai vaccini mal tollerano un'intromissione governativa in quella che vien vista come una decisione attinente la sfera familiare. Per non tacere del fatto che non vaccinare i propri figli potrebbe essere sanzionato con multe anche elevate. Ma cosa sta succedendo?

Nelle ultime settimane le notizie di cronaca ci hanno riportato alla mente che di alcune malattie infettive si può morire, di morbillo come di tetano. La decisione di non vaccinare viene bollata da taluni come ignoranza e si sostiene al tempo stesso che i vaccini siano sicuri, che non ci sono prove di una correlazione con l'autismo, e si minimizza sulla presenza di metalli pesanti. Dalla parte opposta si vocifera di ragioni economiche e di interessi delle case farmaceutiche, addirittura di complotto con la stampa che avrebbe esaltato casi isolati come il bimbo leucemico morto di morbillo. Come sempre la verità sta nel mezzo. Del resto non possiamo non considerare che alcuni bambini non possono sottoporsi ai vaccini perché sono immuno carenti, o allergici ad alcuni componenti. In questo caso, la loro salute dipende dalla collettività che li circonda, dalla cosiddetta immunità di gregge che blocca il propagarsi della malattia. Le famiglie che decidono di non vaccinare i loro figli contro le malattie infettive metterebbero a rischio non solo i loro bimbi ma anche quelli degli altri. Dall’altro canto, sono comprensibili le paure di chi pensa che un vaccino potrebbe causare un danno a un minore sano solo per evitare che possa contrarre una malattia domani.

Nel frattempo, nella nostra Regione i casi di morbillo sono aumentati, si parla di 1.033 casi sui 3.232 italiani. Qualcuno dice che una tale recrudescenza sia dovuta all'incidenza dei flussi migratori, ma qualunque ne sia la causa il rischio è di arrivare impreparati all'apertura delle scuole. La corsa ai vaccini imposta dal nuovo decreto governativo, con le tante famiglie che proprio tra luglio e agosto, con la carenza del personale, dovranno far vaccinare i figli per formalizzare l’iscrizione all’anno scolastico 2017-2018, rischia di mandare in tilt le strutture sanitarie del Lazio. Forse è troppo presto per dirlo. Chissà che per una volta possa funzionare il dialogo tra le istituzioni, tra le Asl e gli istituti scolastici che scambiandosi le informazioni utili possano agevolare le famiglie. Ma di questo ne riparleremo a settembre.

L’editoriale di Angela Francesca D’Atri - La Vocedei Castelli - luglio 2017


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