sabato 25 novembre 2017

Nel pianeta dei robot

Tra le problematiche su cui si sta concentrando l’azione di Governo sul finire della legislatura c’è il cambiamento del lavoro. Stando ad alcuni enunciati dei mass media, sembra che tutto stia scivolando verso un baratro da cui nessuno sembra salvarsi, o forse la salvezza si raggiunge in extremis come nella Resurrezione dei morti del credo cattolico. Tra 50 anni la vita sulla Terra, Italia compresa, sarà molto diversa, si viaggerà anche in città con i mezzi volanti, a Roma finalmente si risolverà il problema del traffico sul Gra, sulla tangenziale comprese le Consolari, o meglio si sposterà nei cieli.

La casa sarà davvero smart, con il frigo che parla e anche la lavatrice potrà dire la sua, e ci saranno tanti altri sviluppi di cui sembrano non mancare le prime avvisaglie, come l’ingresso dei robot non solo in fabbrica. I robot cucineranno, scriveranno articoli giornalistici, faranno quasi tutti i lavori che oggi svolgiamo noi. Su questo il nostro Paese sta già investendo parecchio. Così la domanda che si pongono non solo i profani della materia è questa: I robot ci soffieranno il posto da sotto il naso o saranno loro a darci più lavoro? 

I grandi cervelli mondiali sono divisi e hanno paventato già le diverse opzioni. Il fatto su cui tutti concordano è che non si possa tornare più indietro. Nel breve periodo, nelle fabbriche ci sarà sempre meno bisogno di operai. Eppure molti sostengono che si creeranno altri posti di lavoro, forse partendo dall’assunto che le macchine avranno bisogno di essere azionate. In realtà anche di questo si sa veramente poco. Molto si sta facendo infatti per dotare le macchine anche di pensiero e di sensibilità, come a dire a nostra immagine e somiglianza. La fantascienza sta dunque entrando nella nostra realtà e il digitale sta rivoluzionando ogni aspetto della nostra vita sociale. Siamo dunque preparati? Culturalmente forse ci mancano le basi! Stando ad alcune recenti indagini l’Italia sta pian piano diventando sempre di più un paese di ignoranti, si studia di meno e al sud le cose peggiorano, questo accade mentre la forza lavoro viene sostituita da macchine sempre più capaci, nel settore dell’agricoltura come nella meccanica. L’ignoranza si evidenzia maggiormente nella mancanza di talenti digitali. Ai giovani si richiede non più la forza delle braccia ma quella delle idee, la quarta rivoluzione industriale è già arrivata ma non ce ne siamo accorti. Il processo è irreversibile, a meno che non sopraggiunga il diluvio universale o ritorni Nibiru, il pianeta X scomparso di cui parlavano i Maya.

Angela Francesca D'Atri - editoriale La Voce dei Castelli - ottobre 2017

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