lunedì 14 novembre 2016

Rischio sismico ai Castelli, la fatalità di lasciare tutto al caso


Il terremoto ha scosso i Castelli Romani, alle 3.36 dello scorso 24 agosto abbiamo avvertito la paura, avuto anche le nostre perdite di vite umane, siamo stati solidali inviando aiuti ai territori colpiti. Il sisma del Centro Italia deve, però, scuotere anche le coscienze dei nostri amministratori. Deve risvegliare i cittadini dal torpore se è vero, come risulta da un'indagine dell'Istituto Nazione di Geofisica e Vulcanologia nella zona dei Castelli, che 7 cittadini su 10 sottostimano il rischio che un sisma possa colpire le nostre zone. Il rischio, purtroppo, è alto, di livello 2 su una scala da 1 a 4. 

Chiediamoci, cosa accadrebbe se un terremoto di magnitudo 6 o maggiore si verificasse qui. Nessuno dei comuni dell'area dei Castelli romani può definirsi al riparo. I sismologi sono stati chiari, se un terremoto è impossibile da prevedere dal punto di vista temporale, prevedibili sono invece le aree interessate. Perché, dunque continuare a sottostimare il pericolo? Ci possiamo difendere. Rispetto alle faglie dei terremoti di subduzione, come ad esempio quelli del Pacifico con magnitudo 9 se non superiori, con faglie lunghe centinaia o più di mille chilometri, le faglie nostrane fanno meno paura a patto però che si rispettino determinate precauzioni. Ecco perché mettere in sicurezza il territorio. Farlo prima che un evento del genere finisca per sconvolgere per sempre la nostra vita e distruggere i nostri ridenti territori.  

Siamo certi che i luoghi pubblici, scuole, musei, biblioteche, uffici siano stati costruiti davvero con criteri antisismici? E come la mettiamo con l'abusivismo privato? Non esiste ricostruzione che possa portare indietro il tempo e far rivivere le nostre città. Non ci sono aiuti che possano far tornare in vita le persone care perse in queste catastrofi. Non bisogna arrendersi alla fatalità. Non esiste altra cura se non la prevenzione. 

Mentre si piange, c'è chi con i terremoti s'ingrassa. Fa tristezza pensare che anche sui morti c'è chi riesce a fare bottino.  La cronaca degli ultimi anni ci ha insegnato amaramente che ci sono gli sciacalli che devastano le case abbandonate, ci sono quelli che rubano i fondi e chi prende soldi per fare cose che non farà bene.  Per questo dobbiamo pretendere risposte da chi ci amministra e dove si può si deve agire subito. Siamo tutti in pericolo, di pressapochismo si può morire.

Angela Francesca D'Atri (editoriale -La Voce dei Castelli, settembre 2016)

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