martedì 13 ottobre 2015

Migranti disperati, italiani arrabbiati




L'emergenza migranti è sfociata in Europa. E' un fiume in piena che nessun argine potrà arrestare. E non servirà costruire nuovi muri. Così l'estate 2015 sarà ricordata come una delle più calde, non solo per le alte temperature che pure non ci hanno dato tregua, a parte qualche sparuto e tempestoso giorno di pioggia, ma per le tragedie immani che si stanno consumando sotto i nostri occhi. Mentre qualcuno parla di nuovi lager, molti profughi dicono di non aver nulla da perdere, di aver già perso tutto. L'Europa è la speranza di una vita senza guerre e sangue, senza timore di essere perseguitati. Oltre ai profughi e ai richiedenti asilo ci sono tanti altri disperati che lasciano il loro paese con la speranza di un domani migliore, pagano un'ingente somma per un viaggio rischioso in mare con la speranza di un lavoro. Quelli sulle cui spalle la criminalità fa da anni grossi affari.

Molti lavorano per pochi euro al giorno, al Sud sono impiegati nei campi, vittime dei nuovi caporali, e per loro nessuno fa nulla. Non ci si accorge del loro sudore o di come vengono usati dalla malavita, strumentalizzati e piegati. Dall'inizio del 2015 ci sono stati 686 sbarchi, nel nostro Paese sono arrivati 116.127 migranti in otto mesi, 94mila dei quali sono ospitati in strutture statali. Al momento si stanno ricercando altri 20 mila posti per i migranti attesi per i prossimi mesi, le regioni che dovranno ospitarli sono le più popolose tra cui Lazio, Sicilia e Lombardia.

Gli italiani, vittime spesso di furti e rapine sembrano chiusi nel loro egoismo, sembrano diventati razzisti, ma sono solo arrabbiati e se la prendono con la politica dell'accoglienza perché la mancanza di adeguate risposte delle istituzioni, lo scaricabarile tra Italia e Europa, non aiuta l'integrazione. E può succedere che delitti efferati come quello avvenuto nel catanese lo scorso 30 agosto suscitino lo sdegno collettivo, per come è avvenuto, per chi lo ha perpetrato, per pochi beni trafugati, per le vite ingiustamente e brutalmente spezzate.  La percezione diffusa è che non ci sia più il controllo della situazione o che stia sfuggendo rapidamente dalle mani. La miccia è ormai accesa o si fa subito qualcosa o nessuno potrà scongiurare il peggio.
Angela Francesca D'Atri (editoriale La Voce dei Castelli - settembre 2015)

Nessun commento:

Posta un commento