martedì 13 ottobre 2015

La politica al tempo di Facebook


Gli italiani saranno pure menefreghisti, ipocriti o bonaccioni di persona, ma su Facebook danno il meglio di loro. Soprattutto quando si tratta di personaggi politici da contestare, così tanto per partito preso, perché oggi va di moda andare contro. Il sindaco di Roma ne sa qualcosa, non può più permettersi di fare un viaggetto in America con o senza invito del Papa, di dire di non sapere qualcosa come ad esempio nel caso del tanto eclatante funerale show dei Casamonica a Cinecittà, che subito gli piovono addosso milioni di commenti, tantissimi cattivi e sarcastici mentre lui stava semplicemente “scrivendo qualcosa” sulla sua fanpage. O come è accaduto, anche se con minore enfasi, sulla pagina dell'ex sindaco di Marino, Fabio Silvagni, dopo la notizia del suo arresto. Molti utenti magari si trincerano sotto falsi profili e codardamente attaccano vip, politici, insomma chi in qualche modo era sulla cresta dell'onda ed è appena finito in disgrazia.

 Qualcuno può anche ben pensare che questo “luogo non luogo” di Facebook rappresenti un posto positivo dove confinare la rabbia collettiva, di questo si tratta, perché qui finisce una contestazione che altrimenti sarebbe potuta esplodere nelle piazze. Ma mentre in piazza si cambia la storia, su Facebook nel momento che si schernisce, ci s'impoverisce interiormente e si perdono solo di vista certi valori. E' tutto uno sterile bluff. Un gioco in cui gli stessi avversari politici con annessi collaboratori si sfidano quotidianamente, perdendo di vista il contesto reale. Perché dalle chiuse stanze della politica, sebbene rischiarate dal lumicino di Facebook, s'intravede a stento quello di cui i cittadini hanno veramente bisogno. Il modo di esprimersi sui social in maniera diretta, senza più alcun filtro giornalistico, ha i suoi lati positivi senz'altro, ma trova i suoi limiti laddove proprio la situazione una volta sfuggita di mano è fuori controllo. Ed è inutile per il politico sotto attacco anche solo ribellarsi se i propri post sono presi di mira da commenti non proprio carini. Il popolo dei social si diverte così. E' come un'arma a doppio taglio, un gioco che non si sa dove porterà, al punto che non si capisce più se si è burattinai o semplici burattini. 
Angela Francesca D'Atri - editoriale La Voce dei Castelli, ottobre 2015

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