domenica 7 settembre 2014

Nasce la Città metropolitana, che fine faranno i Castelli?

Manca appena un mese al 5 ottobre, data scelta dal sindaco di Roma Ignazio Marino per le elezioni della città metropolitana. Forse solo in pochi si sono accorti che la Provincia di Roma non c'è più, o meglio c'è ma non si vede, e al suo posto sta per  nascere una nuova realtà. A questo punto la domanda nasce spontanea: che fine faranno i Castelli Romani? Se è vero che qualche sindaco dei Castelli teme che il sindaco di Roma possa fare la parte del leone, è anche vero che Ignazio Marino dovrà dimostrare di avere abili doti di condottiero, considerati falchi, istrici, vipere e tritoni che albergano nel regno castellano. Per il momento, il problema principale che agita i sonni dei primi cittadini è quello di  far quadrare i conti; nei comuni dove si è votato a maggio, i neo sindaci sembrano metterci tutto l'impegno nel cercare di mantenere il consenso guadagnato in campagna elettorale, sperando che nel fare ciò sia posto in primo piano la qualità della vita cittadina. Bisognerebbe pensarci in particolare in città come Ciampino dove l'inquinamento acustico ha raggiunto livelli preoccupanti. Necessita rendere accoglienti i nostri siti, preservandone la bellezza, qui dove nidifica il falco pellegrino, dove c'è la via dell'acqua e del vino, i nostri sindaci devono far sentire la loro voce per scongiurare pericoli ambientali come il fantasma del gassificatore di Albano che ogni tanto ritorna, o il mostro del lago di Albano che misteriosamente sta risucchiando le sue acque. La nascita della nuova città metropolitana potrebbe, dunque, essere salutata come il luogo dove i Castelli possono far sentire meglio la loro voce e far valere le istanze dei cittadini. Non vorremmo, al contrario, che il nuovo ente fosse solo una brutta copia di qualcosa di vecchio, un film già visto. Per gli sviluppi, non ci resta che attendere.
Angela Francesca D'Atri (Editoriale La Voce dei Castelli, settembre 2014)

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