martedì 28 settembre 2010

Tutti in classe: adesso t’insegno a sparare!



La scuola è cambiata. Fino a 30 anni fa, ceci sotto le ginocchia e bacchettate sulle mani per domare gli indomiti studenti non facevano scalpore. Oggi, lo documentano le cronache, solo sfiorare un bambino può provocare seri guai per il maestro che, probabilmente, ha perso un po’ dell’antica autorità. I tempi cambiano ed in meglio. Perché nessuno può avere nostalgia di quelle punizioni così esemplari che segnavano uno scolaro a vita. Ancora qualche decennio fa, se non studiavi, se dimenticavi d’indossare il grembiule, se dicevi una parolaccia venivi punito severamente. Oggi non solo ci stupiamo ma condanniamo qualsiasi ipotesi di ritorno al passato. Se un Ministro dell’Istruzione decide per esempio di firmare, come ha fatto la Gelmini, un protocollo per un corso valido anche come credito formativo, denominato“Allenati per la vita”, ci viene la pelle d’oca. Soprattutto se apprendiamo che quel corso insegnerà agli studenti liceali a sparare con la pistola ad aria compressa, a tirare con l’arco, ad eseguire percorsi ginnico-militari. Un vero spasso per gli allievi annoiati di studiare le cosiddette morte carte che, scommettiamo, non vedono l’ora che arrivi la prova finale con tanto di gara pratica tra pattuglie di studenti. Ma allora dove sta l’insidia? A detta di alcuni il rischio è di un corso paramilitare che trascinerebbe la scuola in tempi bui. Qualcuno avrà pensato alla scuola fascista. Ma se il modello fosse invece Sparta? Studenti soldato, disciplinati e laconici da preparare chissà per quale guerra futura. Magari quella stellare, tra i mondi, visti i continui avvistamenti ufo che si continuano a segnalare in tutta Italia. Speriamo solo che i nostri ribelli ragazzi, recalcitranti a diventare robusti soldati, non finiscano per essere gettati nel burrone del monte Taigeto come accadeva nell’antica Sparta.
Angela Francesca D'Atri

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