Siamo arrivati a questo, a mettere sul tavolo delle
discussioni una pistola. Il tema è abbastanza dibattuto nei salotti televisivi.
Il motivo è presto detto. Non siamo più in un periodo di guardie e ladri, ma
oggi, come nel far west, ci sono i cittadini pronti a difendere con il fuoco la
loro proprietà. A monte di tutta la vicenda, ci sono delle incontrovertibili
verità: i furti nelle abitazioni sono aumentati nel 2015, le statistiche ne
contemplano uno ogni due minuti; i ladri non hanno paura delle guardie; gli
apparati di sicurezza sembrerebbero non essere in grado di garantire la
tranquillità cittadina; dulcis in fundo, la mancanza della certezza della pena.
Un mix esplosivo che porta direttamente in campo da guerra i cittadini da una
parte e i ladri dall’altra.
Dalle cronache giornalistiche, apprendiamo che a
volte a rimetterci la vita sono i cittadini. Tanto per citare un caso,
ricordiamo l'episodio di crudeltà di quel ladro che, entrato per rubare nella
villetta di due anziani a Catania, lo scorso agosto, li ha uccisi con una
violenza inaudita. Altre volte a rimetterci la vita è il ladro, come è successo
qualche settimana fa nel milanese, dove un pensionato ha sparato ad un giovane ladro, ora è indagato per omicidio volontario. Una guerra
silenziosa si combatte quotidianamente nelle case degli italiani, tanto che non
vi è esagerazione nel sostenere che la situazione stia sfuggendo di mano allo stato.
Ma è giusto farsi giustizia da sé? Quanto possono servire le ronde cittadine e
la solidarietà tra vicini per scongiurare questa continua intrusione nelle
nostre case? Interrogativi che contemplano possibili soluzioni e che però
mettono in risalto la totale incapacità dello stato e delle amministrazioni
locali nel fronteggiare l'aumentata microcriminalità. Se socialmente è
interessante capire a cosa sia dovuta questa emorragia di furti (aumento della
povertà?), d'altra parte emerge la paura di scoprire un ladro nella propria
abitazione, e nel caso cosa fare? Chi ha una pistola o un fucile, deve
preoccuparsi di dosare paura e rabbia cercando di non uccidere l'invasore,
facendo leva sulla sola lucidità. Chi però in casa non ha un'arma, e magari fa
parte di una delle categorie deboli della società, cosa può fare?
In altri
stati e altri continenti, si può dormire con la porta aperta, tanto c'è la
certezza della pena, magari quella incontemplabile di morte. Senza arrivare a
tanto, forse è il caso, sì, di rivedere la legislazione italiana sulla
legittima difesa, ma anche di migliorare l'apparato di sicurezza mettendolo
nelle condizioni di operare al meglio, e poi che si agisca per garantire la
certezza della pena. Da ultimo, e forse andando alla radice del problema, non
sarebbe il caso di mettere un po' di ordine tra i tanti immigrati irregolari e
apolidi? Se l'Italia è diventata una giungla, non lamentiamoci poi che homo
homini lupus.
Angela Francesca D'Atri - La Voce dei Castelli, editoriale novembre 2015
Non la migliorerebbe con lo sparo, ma con la detenzione di una pistola, perché il ladro ci penserebbe due volte prima di intromettersi in una proprietà altrui.
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